VENEZIA - Giornata di passione, in Veneto, per gli aspiranti candidati alle Politiche nello schieramento del centrodestra: le liste, che tutti davano per pronte, fatte e finite, sono rimaste ancora secretate.
LE CRITICHE
A dire il vero Bond da un pezzo si era allontanato dal partito, tanto che non risultava neanche nella rosa delle proposte che il coordinamento provinciale ha presentato ai vertici nazionali di Forza Italia. Già critico sulla decisione di staccare la spina al Governo Draghi, Bond adesso ha contestato la scelta di candidare la presidente del Senato, la padovana Maria Elisabetta Alberti Casellati, in Basilicata, per ospitare invece in Veneto l'attuale capogruppo a Palazzo Madama Anna Maria Bernini. «La presidente Casellati resta sempre una veneta a prescindere da dove viene candidata - ha replicato a distanza il coordinatore veneto di Forza Italia, Michele Zuin -. Bisogna capire che i vertici hanno una visione generale e devono tenere conto di molte esigenze». Bond, invece, è di tutt'altra opinione.
LO STRAPPO
«Lo stato di salute del partito in Veneto è pessimo - ha detto Bond -. Ci sono province dove non si farà nemmeno attivismo per la campagna elettorale. Io lascerò il partito. Non ho ancora ufficializzato la mia decisione perché essendo uno dei fondatori non volevo creare problemi. Però così non si può andare avanti». «La mia decisione - ha aggiunto il parlamentare bellunese - nasce da un anno e mezzo a questa parte. Si è perso il rapporto col territorio, Forza Italia è un disco volante gestito da zone remote: Milano, Roma. Tutto il resto sono uova sode, niente in tutto». Quanto alle candidature, per Bond il partito è stato «cannibalizzato»: «Personalmente non ho neanche chiesto un posto, né al Senato né alla Camera, né all'uninominale né al proporzionale. Io questo partito non lo voterò, non c'è più l'anima del territorio».
FRATELLI D'ITALIA
«Manca qualche limatura da fare, che è all'esame finale di Giorgia Meloni. All'85% abbiamo definito le liste da diversi giorni, c'è solo il resto da completare», ha detto Ignazio La Russa. In Veneto sono confermati i quattro parlamentari uscenti Luca De Carlo, Maria Cristina Carretta, Ciro Maschio, Adolfo Urso. Candidature sicure per Carlo Nordio, Raffaele Speranzon, Elisabetta Gardini. Ed è entrato in lizza l'assessore vicentino Silvio Giovine.
+EUROPA
+Europa di Emma Bonino, che è in coalizione con il Pd, ha definito le candidature in Veneto (qui a lato la tabella). Sono candidati sia Emma Bonino (al Senato nel collegio Veneto1) che Benedetto Dalla Vedova (al plurinominale alla Camera a Padova-Rovigo e a Vicenza). Il partito spera molto nell'elezione della veronese Anna Lisa Nalin, candidata anche alla Camera nel collegio uninominale scaligero: l'auspicio di +Europa e dell'intero centrosinistra è di bissare il successo ottenuto a giugno dal sindaco Damiano Tommasi.
A SINISTRA
Mentre il Pci non è riuscito a raccogliere le firme, Unione Popolare con De Magistris è riuscita a presentare le liste (qui a lato l'elenco). Tra i candidati, capolista al Senato nel plurinominale del collegio Veneto1 il giurista e responsabile nazionale giustizia di Rifondazione comunista, Gianluca Schiavon.
CAMBIO NEL PD
Al Senato, al plurinominale del collegio Veneto1, al terzo posto non c'è più Matteo Cappelletto, ma Radames Favaro. Il motivo è anagrafico: Cappelletto non ha ancora compiuto 40 anni, limite stabilito dalla legge per diventare senatori. Confermati, infine, i 3 candidati della coalizione del centrosinistra nei collegi uninominali: Cristina Guarda per Alleanza Verdi Sinistra (lista che mette assieme Europa Verde e Sinistra Italiana) a Treviso Camera, Annalisa Nalin per +Europa a Verona Camera, Michele Mognato (Articolo Uno) a Venezia Senato.