Il Veneto di Zaia: promosso dal 71% e fa breccia anche fra elettori Pd e M5s

Lunedì 15 Maggio 2017 di Natascia Porcellato
Luca Zaia all'Adunata degli Alpini
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È il Veneto di Zaia? Forse sì: secondo i dati elaborati da Demos per l’Osservatorio sul Nordest del Gazzettino, oltre sette veneti su dieci (71%) esprimono un giudizio positivo sul Governatore e sulla sua Giunta. Molto più in difficoltà appaiono le opposizioni presenti a Palazzo Ferro-Fini. Il lavoro dei consiglieri che hanno sostenuto Tosi alle elezioni del 2015 viene valutato positivamente dal 30% degli intervistati. Un giudizio del tutto analogo (30%) viene assegnato anche ai consiglieri di centro-sinistra, mentre il gradimento per l’operato dei “cittadini-consiglieri” del Movimento 5 Stelle si ferma al 29%.
Le opposizioni, dunque, arrancano ora come arrancavano anche in passato. Il movimento di Tosi tra il 2015 e il 2016 era salito dal 30 al 34%, per ritornare oggi ad un valore assimilabile a quello rilevato subito dopo le Regionali. L’opposizione di centro-sinistra, invece, nel 2015 godeva di un gradimento pari al 32%, cresciuto al 36% l’anno successivo e sceso attualmente intorno al 30%. Il lavoro dei consiglieri regionali del M5s nel 2015 era apprezzato dal 36% dei veneti; un anno dopo, era balzato al 44%, ma ora è bruscamente calato al 29%.
Per Luca Zaia e la sua Giunta, invece, il mandato sta procedendo con un largo sostegno. Nel luglio del 2015, qualche mese dopo la sua rielezione con oltre il 60% dei voti, godeva della fiducia del 75% dei veneti; il valore ha trovato conferma anche l’anno successivo e attualmente si è assestato al 71%.
Quali giudizi esprimono i diversi elettorati? I sostenitori del Pd guardano con un favore superiore alla media al lavoro del centro-sinistra (50%), ma anche a quello dei tosiani (41%). I sostenitori di Forza Italia, invece, mostrano di gradire in misura consistente sia il lavoro di Fare (51%), sia quello del centro-sinistra (48%), sia quello dei consiglieri pentastellati (38%). L’elettorato del M5s, invece, tende a concentrare l’apprezzamento sul lavoro dei propri rappresentanti (74%).
Interessante, però, è la trasversalità del consenso alla Giunta Zaia. Se appare scontato che i leghisti gli attribuiscano un consenso plebiscitario (96%) e appare intuitivo che anche dagli elettori forzisti provenga un largo consenso (82%), meno ovvio è che il lavoro del Governatore raccolga il favore del 73% dei sostenitori del Pd, della maggioranza assoluta di quelli del M5s (54%), il 71% di coloro che guardano ai partiti minori e il 65% dei reticenti. In nessun caso, il sostegno a Zaia scende sotto la soglia della maggioranza assoluta.
Tra Pedemontana e referendum sull’autonomia, però, le sfide poste al (e dal) governatore non mancano. In particolare, la Pedemontana - opera infrastrutturale attesa da trent’anni - appare un terreno scivoloso. La scelta della Regione, che ha ora avocato a sé la realizzazione dell’infrastruttura e preventivato a suo finanziamento l’introduzione dell’addizionale Irpef, divide i veneti. Questa misura è approvata dal 44% degli intervistati, e non raggiunge la maggioranza neanche tra i sostenitori della Lega Nord, dove si ferma al 49%. Diverso il discorso per l’annunciato Referendum sull’autonomia del Veneto: in questo caso, il governatore sa di camminare in discesa. Con il favore all’indipendenza che raggiunge oggi in Veneto il 57%, e il sostegno incondizionato degli elettori della Lega Nord (93%), l’affiancamento in forze di quelli forzisti (68%) e del M5s (63%), la maggioranza di coloro che guardano ai partiti minori (56%) o che sono politicamente incerti (55%), il 22 ottobre prossimo non dovrebbe essere complicato per Luca Zaia ottenere il plebiscito che sta invocando da settimane.
Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 06:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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