I dazi di Trump, ecco cosa rischia il Veneto: export per 4,8 miliardi

Sabato 1 Aprile 2017 di Raffaella Ianuale
Donald Trump
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Capire cosa potrebbe succedere alle aziende venete se gli Stati Uniti introducessero i dazi non è semplice. Ma una cosa è certa, sicuramente non gli farebbero del bene. Nella graduatoria delle esportazioni venete gli Usa si piazzano in terza posizione. Una postazione da podio che tradotta in soldi significa che nel 2016 le nostre aziende hanno esportato negli Stati Uniti beni per 4,8 miliardi di euro. Dopo la Germania e la Francia, quello americano, è il terzo paese di destinazione delle esportazioni, seguito dal Regno Unito che si piazza in quarta postazione, e poi da Spagna, Svizzera, Austria, Cina, Polonia e Romania.

Donald Trump lo avevo detto a più riprese che da presidente avrebbe rivisto i traffici commerciali. E ora sembra che il conto lo voglia presentare a noi italiani e ai nostri compagni dell'Unione europea, in particolare Germania e Francia. Il tutto attraverso l'introduzione di dazi contro tutte le merci importate nell'Europa. Per ora li ha solo annunciati, ma se dovessero diventare realtà le conseguenze per le aziende venete potrebbero essere pesanti. I settori che ne risentirebbero maggiormente sarebbero quelli dei macchinari che nel 2016 hanno esportato merce per 899 milioni di euro, l'occhialeria (880 milioni di euro), le bevande (3,84 milioni), le calzature (349 milioni) e a seguire mobili, gioielli, prodotti della metallurgia e apparecchiature elettriche.
 
Una situazione quindi tutta in evoluzione. Perchè in ballo non ci sono solo i dazi di Trump, ma pure i nuovi equilibri con il Regno Unito fuori dall'Ue. «E' difficile prevedere cosa potrebbe succedere spiega il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo, che ha elaborato le tabelle delle esportazioni venete - ma di una cosa siamo certi: per le aziende del Veneto lo scenario del commercio internazionale rischia di peggiorare. Se oltre agli effetti protezionistici di Trump teniamo conto che molti problemi li subiremo anche con la Brexit e con il perdurare dell'embargo alla Russia, il contraccolpo potrebbe essere molto pesante, soprattutto in quei settori dove è fortissima la nostra vocazione all'export».

Basti pensare ai soli settori di macchinari, occhiali, bevande, calzature e mobili che costituiscono oltre il 58 per cento del totale delle esportazioni venete negli Usa. Esportazioni in crescita negli ultimi anni come dimostra il confronto tra i dati del 2015 e quelli del 2016 che svelano un aumento del 3,7 per cento.

«Sulla base di queste riflessioni conclude il segretario della Cgia Renato Mason il prospettato cambio di rotta delle politiche commerciali della nuova amministrazione Trump potrebbe rivoluzionare gli accordi commerciali tra Usa e Unione europea.

Il suo obiettivo è chiaro: proteggere i lavoratori americani e aumentarne i salari a scapito del libero mercato e della qualità dei nostri prodotti».

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