Gli agricoltori in marcia su Roma, Dalla Tor: «Polemica pretestuosa»

Martedì 4 Luglio 2017 di Alda Vanzan
Gli agricoltori in marcia su Roma, Dalla Tor: «Polemica pretestuosa»
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Hanno organizzato un pullman per provincia: i più partiranno stanotte, chi un po' prima, per essere domani mattina davanti a Montecitorio. Oltre 300 agricoltori si muoveranno dal Veneto per dire no al Ceta, l'Accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada che elimina i dazi e quindi favorisce import ed export, ma che, dicono gli agricoltori, penalizza le produzioni tipiche. Perché con questo accordo il Canada potrà continuare a produrre finte casatelle trevigiane o simil sopresse vicentine ed esportare nei nostri supermercati tutti quei prodotti che oggi sono tutelati dal marchio Dop o Igp e domani non lo saranno più. Nel senso che sarà più difficile distinguere tra il vero formaggio Piave e il Piave fatto a Toronto, anche se sarà indicato made in Canada. Non solo: in base al Ceta e all'eliminazione dei dazi doganali, tutto lascia presupporre un'invasione di grano dal Canada all'Europa. Con il particolare, tutt'altro che secondario, che in Canada usano ancora il glifosato, un diserbante che da noi è vietato.
«Nell'elenco dei prodotti riconosciuti dal protocollo e quindi tutelati da possibile contraffazione ci sono appena 11 denominazioni d'origine protetta e di indicazione geografica veneta sulle 36 totali - dice il presidente di Coldiretti Veneto, Martino Cerantola - Ad esempio solo il Radicchio rosso di Treviso potrà fregiarsi dell'autorizzazione d'autenticità, mentre qualsiasi cicoria potrà essere spacciata per il variegato di Castelfranco o per quello di Chioggia e Verona e persino come insalata di Lusia. Per i formaggi salvi il Grana Padano e l'Asiago ma spazio alla creatività truffaldina per la Casatella Trevigiana, il Montasio, il Piave, il Monte Veronese».
È per questi motivi che gli agricoltori - e non solo - domani andranno a Roma a manifestare davanti a Montecitorio per tentare di bloccare la ratifica dell'accordo. L'iter si sta infatti concludendo: dopo l'avvio dei negoziati nel maggio 2009, nell'ottobre 2016 al 16° vertice Ue-Canada si è arrivati alla firma e lo scorso febbraio c'è stato il consenso del Parlamento europeo. Ora siamo alla ratifica da parte dei singoli Stati: in Italia il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di ratifica lo scorso 24 maggio. Al Senato la Commissione Affari esteri ha già detto sì.
Contro il Ceta con la Coldiretti si sono schierati Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. Anche la Regione Veneto ha deciso di sostenere la manifestazione, deliberando l'appoggio alla protesta. E domani, al sit-in davanti a Montecitorio, ci sarà anche il governatore Luca Zaia. «Non è che vogliamo fare i no-global - aveva detto Zaia annunciando l'approvazione della delibera, tra l'altro un provvedimento che non ha precedenti - Il punto è che noi vogliamo difendere le tipicità del territorio». Una risoluzione per chiedere al Governo di sospendere l'approvazione del Ceta, primo firmatario il capogruppo della Lega, Nicola Finco, è stata presentata anche in consiglio regionale.
Di diverso avviso il senatore Mario Dalla Tor (Ap), componente della commissione Agricoltura che ha già dato il via libera al testo: «Mi sembra una polemica pretestuosa. Il Ceta aumenta infatti tutte le garanzie europee, a partire da quelle sanitarie, riduce i dazi e la burocrazia. È un buon trattato, che andrà sicuramente implementato quanto a marchi Dop e Igp, ma favorisce l'export dei nostri prodotti».
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Ultimo aggiornamento: 10:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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