Crisi del Centrodestra, in Veneto
malessere tra gli azzurri nei comuni

Mercoledì 16 Novembre 2016 di Alvise Fontanella
Silvio Berlusconi
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La Lega rompe con Forza Italia? Renato Brunetta, capogruppo alla Camera, ieri era ad Anzio, sul litorale romano, insieme a Noi con Salvini. «Non ci sarà nessuna rottura - assicura Brunetta - stiamo lavorando insieme per il No al referendum e dopo il 4 Dicembre, dopo la vittoria del No, cambia tutto. La prospettiva è un centrodestra unito di governo, un soggetto unitario del centrodestra. A Padova abbiamo vissuto fibrillazioni a livello territoriale, ma ci dispiace per la sinistra, assolutamente marginali. Non voglio sminuire i fatti, ma dopo il 4 Dicembre l'orizzonte cambia completamente e bisogna guardare avanti».

L'ottimismo di Brunetta poggia su una strategia che Forza Italia ha già messo in atto: salvare il comandante Berlusconi e il partito dal tradimento di Padova, convincere la Lega e gli elettori che il partito è affidabile, evitare che col pretesto di Padova si allarghi una frattura letale. Perché dal Veneto vengono brutti segnali, gli eletti di Forza Italia minacciano di passare armi e bagagli in Lega, o in qualche civica di contorno, se salta l'alleanza di centrodestra. Dopo la caduta del sindaco Bitonci e dell'intero consiglio comunale ad opera di due consiglieri comunali di Forza Italia che hanno firmato le dimissioni insieme ai consiglieri d'opposizione, sembra essere questa la prima preoccupazione dei dirigenti veneti del partito. Perché la Lega è scatenata. Mai più alleanze con Forza Italia, è il verdetto del partito veneto. Né a Padova, dove Bitonci sarà ricandidato, né a Verona, né a Belluno, né negli altri Comuni che andranno al voto.

Il sindaco Bitonci punta esplicitamente il dito contro il Cavaliere e lo indica come mandante della congiura. «Nessun complotto, men che meno da parte di Berlusconi» assicura il deputato Alberto Giorgetti. Nel pesantissimo silenzio di Marco Marin, coordinatore veneto di Forza Italia, parlano troppo sottovoce la sospensione dei due consiglieri dimissionari e la sostituzione del commissario padovano, Simone Furlan, il quale si assume l'intera responsabilità, assicurando «Abbiamo deciso tutto noi a Padova», cosa davvero incredibile per molti. L'assessore regionale di Forza Italia Elena Donazzan è certa: gli ho parlato il 5, Berlusconi non sapeva. Ma è proprio Donazzan che due giorni fa sul Gazzettino ha chiesto le dimissioni di Marco Marin, ed esige l'espulsione immediata dei voltagabbana: «Solo espellendo costoro, facendo chiarezza totale, dimostrando che il partito è estraneo, possiamo andare dalla Lega a testa alta a proporre il rinnovo l'alleanza», afferma Donazzan: «Forza Italia è la prima vittima di tutto questo. Tra gli eletti di Fi in molti comuni veneti c'è sgomento e preoccupazione per la rottura». A Vicenza, ad un appuntamento politico in cui Marin è stato grande assente, molti esponenti locali di Fi si sono sollevati: noi governiamo i nostri Comuni con la Lega, come si fa adesso? Una domanda che ha una sola risposta: se non si farà un'alleanza con la Lega, ci sarà una migrazione di massa. «Forza Italia sarà cancellata e ci sarà in Veneto un partito unico di centrodestra», avverte Donazzan. Posizioni che trovano eco nel web al grido di «Marin dimettiti». Eleonora Mosco, la vicesindaco di Padova che stando alle voci, Furlan e Marin volevano sostituire perché troppo filo-leghista, accusa: la congiura di Padova è «una folle strategia messa in atto da una parte minoritaria del partito». «Non c'è nessun tentativo della Lega di mangiarsi Forza Italia - afferma Mosco - a Padova il nostro risultato elettorale valeva meno di due posti in giunta, Bitonci ce ne ha dati tre, io ho avuto ampio spazio. E sono stata e voglio restare leale agli alleati e al mandato elettorale».
Ultimo aggiornamento: 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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