Combattente italiano con l'Isis ucciso
in Siria, la sua morte si tinge di giallo

Sabato 21 Febbraio 2015
Combattente italiano con l'Isis ucciso in Siria, la sua morte si tinge di giallo
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C'è un alone di mistero sul combattente italiano unitosi alle fila dell'Isis e morto in Siria per mano di un cecchino donna. Le prime notizie sul decesso che sono giunte dallo scenario di guerra lo davano come originario di Venezia, ma dalla Siria non giungono conferme e le voci sulla sua provenienza si sono rincorse sul web per tutta la giornata: sarebbe originario della Tunisia e in Italia avrebbe abitato tra Ravenna e Milano.



Alla probabile identificazione della persona si sarebbe giunti - spiegano fonti investigative - dopo una segnalazione fatta da una donna di Ravenna.
La donna racconta di aver conosciuto bene il 36enne in foto, di cui ha fornito anche il nome. «Guardando le immagini - ha spiegato - io e mio marito l'abbiamo riconosciuto subito, spesso uscivamo insieme quando abitava a Ravenna». Secondo la testimone, il tunisino si sarebbe poi trasferito a Milano, per lavorare come barista. «Mio marito - ha proseguito - è un suo connazionale. Abbiamo saputo che a novembre era partito per la Siria per combattere con l'Isis». La stessa fonte dice di aver saputo «che era morto a causa di uno dei bombardamenti giordani dopo la diffusione del video sull'uccisione del pilota d'aereo. Le date corrispondono».




L'amministrazione della città siriana di Kobane non conferma l'uccisione del combattente, nome di battaglia Abu Izat al-Islam. La notizia, diffusa via Twitter in lingua turca, dava per morto per mano di una cecchina curda un cittadino italiano indicato con il nome di battesimo "Francesco". «Non c'è alcuna conferma della morte di un cittadino italiano a Kobane», ha detto al telefono Idriss Nassan, vice ministro degli Esteri del distretto di Kobane e membro del Comitato per la ricostruzione della città, riconquistata a fine gennaio dai curdi dopo quattro mesi di assedio imposto dall'Is.



In merito alla presenza di italiani tra le fila dell'Is a Kobane, Nassan ha spiegato che «all'interno di Daesh (acronimo arabo per l'Is, ndr) ci sono combattenti di tante nazionalità, italiani non saprei. Di sicuro ce ne sono tanti provenienti dai Balcani e dall'Afghanistan, ne abbiamo uccisi molti». Un'altra fonte curda spiega ad Aki che l'identità di un miliziano viene accertata solo dopo la sua morte, ovvero solo dopo il ritrovamento di documenti sul suo corpo.
Ultimo aggiornamento: 22:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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