La Chiesa fuori dal dibattito politico
il 53% non vuole alcuna ingerenza

Lunedì 12 Settembre 2016 di Natascia Porcellato
La Chiesa fuori dal dibattito politico il 53% non vuole alcuna ingerenza
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L’intervento della Chiesa nel dibattito politico italiano è sempre meno tollerato: questa sembra essere l’indicazione principale che emerge dai dati elaborati da Demos e pubblicati nell’Osservatorio sul Nordest del Gazzettino. Solo una minoranza ritiene che la Chiesa abbia il diritto di affermare sempre la propria posizione o che possa farlo su questioni che riguardano da vicino la religione (ognuna: 23%). La maggioranza assoluta (53%), infatti, ritiene che la Chiesa non dovrebbe mai cercare di influenzare le decisioni della politica.
È soprattutto in tema di diritti civili che si sono consumate e si consumano ancora oggi le battaglie più aspre. L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la legge sulle unioni civili, approvata di recente dopo un sostanziale fermo di almeno 20 anni a cui aveva contribuito anche la forte contrarietà manifestata dalle gerarchie cattoliche.
Questo tipo di comportamento, però, è apprezzato da una minoranza: il 23% ritiene che la Chiesa debba sempre affermare la propria posizione. Se guardiamo alla serie storica, vediamo che dal 2005 ad oggi la percentuale è oscillata intorno alla soglia del 20%. Questo tipo di opinione tende a crescere tra i praticanti assidui (ma la quota si ferma al 36%) e tra le persone con oltre 55 anni di età (26-27%). Dal punto di vista politico, invece, non rileviamo particolari distinguo.
L’idea che la Chiesa possa intervenire, ma solo su temi che riguardano da vicino la religione, viene condivisa da quasi un nordestino su quattro. In questo caso, possiamo osservare come, nel corso del tempo, il sostegno si sia lentamente assottigliato: nel 2005, infatti, era il 28% a mostrare lo stesso orientamento e, se escludiamo il 32% rilevato nel 2009, dall’anno successivo in poi le percentuali sono andate via via diminuendo fino a fermarsi all’attuale 23%. Sono soprattutto i praticanti assidui a condividere l’idea che la Chiesa possa esprimersi solo sui temi che le sono vicini, ma la quota rimane piuttosto contenuta (29%). Dal punto di vista anagrafico, ritroviamo una presenza superiore alla media di under 25 (33%) e di persone tra i 25 e i 34 anni (44%). Politicamente, invece, sono gli elettori di Forza Italia (30%) e dei partiti minori (32%) a mostrare il maggior favore.
La maggioranza dell’opinione pubblica del Nordest (53%), dunque, preferisce che la Chiesa non cerchi di influenzare le decisioni della politica, su qualunque argomento questa stia legiferando. Guardando alla serie storica, possiamo osservare che, rispetto al 2005, oggi il consenso è cresciuto del 9%. Considerando la pratica religiosa, vediamo che sono soprattutto i non praticanti (79%) a sostenere la necessità di separare la politica dall’influenza della Chiesa, ma tra quanti frequentano saltuariamente i riti religiosi questo orientamento si mantiene comunque maggioritario (55%) e trova il consenso anche un praticante assiduo su 3. Analizzando il fattore anagrafico, emerge come questa idea sia maggioritaria tra gli over 35, anche se il livello più alto viene raggiunto tra quanti hanno tra i 55 e i 64 anni (62%). Politicamente, infine, rileviamo come siano soprattutto i sostenitori della Lega (58%) ad affermare la necessità che la Chiesa stia fuori dai dibattiti politici, ma questo orientamento riguarda la maggioranza degli elettori di Pd (54%), M5s (55%) e dei partiti minori (56%).
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Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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