Dopo le denunce a Pordenone, anche in Veneto il copione si ripete. Negli ultimi mesi sono state decine le denunce sporte presso gli uffici della Polizia Postale e delle Comunicazioni veneta per estorsioni connesse a sessioni di video-chat a “luci rosse”.
Il copione è sempre il medesimo.
Vi è un “adescamento” del soggetto su una chat (le più varie, dai social network più diffusi, quali Facebook, ai siti di video-chat come il noto Chatroulette) da parte di una avvenente ragazza che invita l’ignara vittima ad intraprendere una chat “erotica” con l’attivazione della webCam.
Dopo pochi minuti la video-chat viene bruscamente interrotta e viene richiesta una somma di danaro affinché il video “a luci rosse” con l'uomo ripreso non venga pubblicato sui più diffusi social network.