Approvata la caccia libera, si spacca
l'opposizione, lite Berlato-Giorgetti

Giovedì 16 Giugno 2016 di Alda Vanzan
Approvata la caccia libera, si spacca l'opposizione, lite Berlato-Giorgetti
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VENEZIA - Dopo 29 ore e 42 minuti di discussione il consiglio regionale del Veneto ha approvato  il Collegato alla Finanziaria con il via libera alla contestata caccia migratoria. Contestata per modo di dire se si considera che dopo tre giorni di ostruzionismo, parte della stessa opposizione ha votato a favore dell’emendamento proposto ancora il 7 giugno da Sergio Berlato (FdI) che confermava a 30 i giorni di caccia libera. È vero che l’assessore Giuseppe Pan ha assicurato che la giunta predisporrà un regolamento «nel più breve tempo possibile», ma la legge approvata ieri parla di «eventuali», non obbligatorie, «disposizioni regolamentari». Tant’è, a favore ha votato  la maggioranza (pur con parecchie perplessità all’interno della Lega: «Sul territorio i nostri si arrabbieranno», confidava un esponente del Carroccio), ma anche Graziano Azzalin e Claudio Sinigaglia del Pd, Pietro Dalla Libera di Veneto Cicico, Franco Ferrari della Lista Moretti, più i tosiani Andrea Bassi e Giovanna Negro (e pensare che il presidente di Federcaccia veneto Flavio Tosi aveva mandato una lettera esprimendo contarietà). Esultante Berlato che al termine della votazione è salito in sala pubblico ad abbracciare la presidente dei cacciatori di Acv, Maria Cristina Caretta.
Tutt’altro che felice il dem Andrea Zanoni: «Questa legge provocherà un’orgia venatoria in Veneto». Zanoni ha annunciato una segnalazione alla Commissione Ue dal momento che adesso sarà possibile sparare ai cormorani («È una specie protetta») e al Governo perché impugni il provvedimento visto che consente la caccia tutto l’anno dei campi di addestramento dei cani.
Da registrare la presa di distanza tra due ex camerati di An. «In questi giorni ho invitato i miei leoni e le mie leonesse a non cedere alle provocazioni delle minoranze», ha detto a un certo punto Berlato. Nessuno ha colto l’allusione a una fascistissima canzone ("Per vincere ci vogliono i leoni di Mussolini armati di valor"), l’ex camerata Massimo Giorgetti sì. Che, un attimo prima della votazione, ha rinfacciato a Berlato: «In aula è stato ritrovato dialogo e concretezza, i leoni non sono serviti, anche perché, caro Berlato, io non sono uno dei suoi leoni. E poi Mussolini si offenderebbe a essere paragonato ad altri conduttori o perlomeno che si atteggiano tali». «Voleva essere una battuta tra amici - ha detto poi Berlato - se qualcuno si è sentito offeso mi scuso».
Quanto al consiglio, l’opposizione ha ottenuto di iniziare il dibattito sull’Azienda Zero martedì. Per quanto si andrà avanti? Il Pd dice a oltranza, avendo chiesto il non contingentamento dei tempi. Lo zaiano Fabiano Barbisan è convinto che bastino due settimane: «Sto già preparando il barbeque per festeggiare la riforma sanitaria».
Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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