Buono-libri, l'assessore Donazzan: macché razzismo, è legge nazionale

Lunedì 15 Ottobre 2018
L'assessore regionale veneta Elena Donazzan
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VENEZIA  Certificato di "nullatenenza" di beni e redditi nel Paese d'origine per gli immigrati che chiedano il contributo regionale per i libri scolastici. La sinistra grida al razzismo, ma il governo regionale non ci sta. «Il Veneto non si è inventato nessuna norma anti-immigrati, si limita ad applicare la legislazione nazionale in materia di erogazioni e contributi e chiede ai Comuni di rispettarla. Tutto qui. Esattamente quanto accade in molti altri stati comunitari fra cui Spagna, Germania e Gran Bretagna».

Così l'assessore regionale all'istruzione e formazione Elena Donazzan spiega la richiesta, contenuta nelle "istruzioni per il richiedente" sul bando per i buoni scuola inviate ai Comuni il 14 settembre scorso, di segnalare alla Regione se la certificazione Isee presentata dalle famiglie non comunitarie è corredata anche da dichiarazione di possesso di immobili o di redditi all'estero rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza. La legge regionale 7 febbraio 2018 n. 2 «Disposizioni in materia di documentazione amministrativa» all'art. 2 prevede, in caso di erogazione di contributi regionali e degli enti locali o di servizi e utilità economicamente valutabili, la presentazione di una dichiarazione sostitutiva della situazione personale familiare.

Si tratta di una norma di indirizzo con la quale il legislatore regionale ha inteso ribadire quanto già stabilito dalla vigente normativa statale in materia di rapporti con la pubblica amministrazione, in ordine all'utilizzo degli istituti della autocertificazione di fatti, stati e qualità personali relativamente i soli cittadini non comunitari, appartenenti a Paesi che non hanno sottoscritto con lo Stato Italiano convenzioni internazionali in merito che consentano la presentazione delle dichiarazioni sostitutive previste dagli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000, spiega la Regione Veneto.

 

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