​Bossi: «Zaia premier? Lui re del Veneto ed è meglio che imperatore d'Italia»

Lunedì 6 Marzo 2017 di Alvise Fontanella
Umberto Bossi e Luca Zaia
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Era l'alba dell'11 Marzo di tredici anni fa quando un ictus cerebrale fulminò Umberto Bossi e tutti lo proclamarono morto: fisicamente forse, politicamente di sicuro. E invece, all'alba dei suoi 76 anni, le biascicate parole del Senatùr pesano più di quando le pronunciava con voce tonante sul pratone di Pontida. D'altronde, Bossi oggi è un uomo libero. Quello che in Lega chiamano Capo non ha una sua corrente, non ha poteri, ha solo l'affetto di molti antichi militanti. Sa che Salvini non lo ricandiderà in Parlamento. Non ha nulla da perdere, è libero di parlare. E purtroppo per Salvini, parla. 

Salvini, in questi giorni, lavora a quella che in Lega chiamano, beffardamente, «spedizione Garibaldi»: la conquista del Sud. E sarà proprio l'11 Marzo il giorno in cui le bandiere di Noi con Salvini sventoleranno a Napoli, nel primo di una lunga serie di comizi. Salvini sa che il Sud è decisivo per le sue ambizioni di leader del centrodestra: un candidato premier che non trovasse consenso in metà del Paese sarebbe un suicidio, e questo Salvini lo sa bene, al di là delle polemiche con Berlusconi che proprio ieri il veneto Renato Brunetta s'è adoperato a svelenire, spiegando che il Cavaliere «non preferisce Zaia a Salvini» ma intendeva solo «far riferimento a personalità del mondo della Lega». Bossi è secco: «Zaia candidato premier? Berlusconi ha sempre avuto grande stima di lui. Ma Zaia è re del Veneto, e non vorrà fare l'imperatore d'Italia: è meglio essere re del Veneto che imperatore d'Italia»...
 
 

Ultimo aggiornamento: 15:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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