Popolari Venete, la Ue approva i bond e le maggiori garanzie dello Stato

Mercoledì 12 Aprile 2017 di Maurizio Crema
Popolari Venete, la Ue approva i bond e le maggiori garanzie dello Stato
Popolari venete, primo via libera dalla Commissione Europea. Bruxelles ha acceso il semaforo verde all'emissione di nuovi bond garantiti dallo Stato da parte di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Si tratta di altri 3,6 miliardi in totale (2,2 per Vicenza) dopo i 6,5 emessi a inizio di febbraio per sopperire ai bisogni di liquidità dopo il calo deciso della raccolta. Le due banche a fine febbraio hanno collocato a investitori istituzionali parte di quei bond per un totale di 2,6 miliardi.
La Ue «ha esteso il supporto alla liquidità» degli istituti, già approvata nel gennaio 2017, e che consiste «nella garanzia dello Stato per i bond che le due banche prevedono di emettere», afferma la Commissione in una mail all'agenzia Bloomberg. Il supporto alla liquidità, precisa la Commissione, è una misura «separata» rispetto a «qualsiasi intervento pubblico finalizzato ad assicurare che le banche abbiano sufficiente capitale». Cioè nessuna autorizzazione fino ad ora all'aumento che dovrebbe vedere in primo piano un'iniezione di fondi pubblici, operazione simile a quella che dovrà salvare Mps con 8,8 miliardi. Bruxelles precisa: riguardo alla situazione delle due banche venete «sono in corso colloqui costruttivi tra le autorità italiane, il Single supervisory mechanism della Bce e la Commissione Europea».
Precisazione sull'atto di citazione: Adriano Cauduro, già vice direttore generale della Banca Popolare di Vicenza e direttore di Banca Nuova fino a pochi mesi fa, non è stato «minimamente coinvolto nell'azione di responsabilità nei confronti dei vertici della banca». Lo sottolinea lo stesso Cauduro in una precisazione riferita alla notizia Ansa dello scorso 6 aprile.
In sospeso anche il piano di ristrutturazione di Monte Paschi.
Le uniche certezze sono che l'aumento di capitale sarà di 8,8 miliardi e che il piano sarà «diverso da quello di ottobre» soprattutto per quanto riguarda la vendita dei crediti deteriorati. L'Ad Marco Morelli svicola sulle domande pressanti dei soci chiamati all'approvazione del bilancio 2016, perché «non siamo noi che dettiamo i tempi», la «banca lo deve negoziare e concordare con la direzione centrale della Commissione europea e con la Bce». «Stiano facendo da apripista, con tutto ciò che comporta: stiamo facendo scuola per le banche venete e per quelle europee», ha aggiunto il presidente Alessandro Falciai. Quasi 8 ore di assemblea non sono bastate agli azionisti presenti in numero sufficiente solo per la parte ordinaria, ad avere risposte certe sul futuro, anche se Falciai e l'Ad hanno assicurato di avere indicazioni positive dai primi tre mesi del 2017, nonostante gli Npl «continuino a giocare un ruolo decisivo», dice Morelli ricordando i 46 miliardi lordi di crediti deteriorati. Saltata l'assemblea straordinaria per il mancato quorum, è saltato il voto sulla prevista riduzione del capitale sociale a copertura della perdita registrata al 31 dicembre 2016: il bilancio si è chiuso con un rosso di 3,723 miliardi. Una cosa che comunque non preoccupa il management: verrà riconvocata una nuova assemblea ma prima potrebbe esserci l'ingresso del Tesoro, se l'accordo sul piano avrà il via libera dell'Europa. Respinta dall'Ad invece l'ipotesi di un delisting del titolo sospeso dal 23 dicembre scorso. Il nuovo piano dovrà comunque agire sui costi e, anche se l'Ad non ha risposto alle domande, l'ipotesi che gli esuberi possano passare da 2.600 a 5.000. Infine in assemblea la mozione per avviare un'azione di responsabilità contro l'ex presidente Massimo Tononi e l'ex Ad Fabrizio Viola (ora alla guida di Pop Vicenza) è stata respinta con oltre il 98% dei voti.

 
Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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