Bcc, Federazione veneta spaccata
Novella: «Apriamo un tavolo»

Domenica 23 Aprile 2017 di Maurizio Crema
Bcc, Federazione veneta spaccata Novella: «Apriamo un tavolo»
Sulla carta l'unica Bcc del Veneto ancora in bilico tra Iccrea e Cassa Centrale è Banca Annia di Cartura (Padova). Ma la parola fine la diranno solo le assemblee delle banche locali. Ieri Rovigo Banca ha confermato la decisione del suo cda di andare verso Trento.

Oggi tocca ai soci di Banca della Marca confermare o bocciare la scelta del cda per Iccrea, un passaggio non scontato viste le polemiche degli ultimi giorni con membri del cda contrari a Roma e la discesa in campo anche del presidente della Regione Luca Zaia: «Meglio l'autonomia di Trento», ha dichiarato chiedendo un confronto asettico per lasciare ai soci di decidere in piena libertà. Un intervento che ha provocato la reazione del presidente della Federazione delle Bcc del Veneto Ilario Novella, che con il suo Credito Trevigiano punta verso Iccrea: «Come presidente della Federazione Veneta sento la necessità di mettere in guardia il presidente Zaia, di cui ho stima, da visioni distorte. Le interferenze della politica mal si conciliano con l'affermazione i soci sono sovrani e con questioni legate ad una presunta autonomia di un gruppo cooperativo rispetto ad un altro, poiché in questo caso si parla di Istituzioni importanti e delicate, per altro a breve sottoposte alle medesime regole e alla medesima Autorità di Vigilanza e non di Province autonome. Invito pertanto a una moderazione nei toni e nei contenuti, in particolare su una materia complessa come la nostra riforma, e nello specifico nei confronti del gruppo Iccrea, punto di riferimento del Credito Cooperativo a livello nazionale. In gioco c'è anche il futuro delle società operative venete come Assicra e Cesve e quello della stessa Federazione, realtà che occupano circa 170 persone».

Novella sa che la svolta è complicata e la campagna per l'adesione ai due poli è accesa: «Io auspicavo al nascita di un gruppo unico proprio per evitare questi problemi. Ma ora ci sarà da scegliere, auspico che dopo questa fase si possa aprire un tavolo di confronto per arrivare a una soluzione che valorizzi le società e le nostre partecipazioni: la Federazione infatti controlla quote importanti del Cesve e di Assicra. Partecipazioni che dovranno essere cedute. Ma la Federazione potrebbe rimanere come organo di rappresentanza in regione».

La divisione degli attività è il nodo più spinoso da sciogliere dopo questo divorzio alla veneta che ha spaccato la Federazione. I due vice presidenti si sono dimessi. Flavio Stecca (Centroveneto) e Lorenzo Liviero (Rovigo Banca, ieri l'assemblea dei soci che ha sancito la scelta Ccb) rappresentano istituti che puntano verso Trento. Ora le divergenze col presidente della Prealpi Carlo Antiga sarebbero rientrate. Per ora nessun cda è stato convocato ma il destino delle società controllate dalle Bcc venete (c'è anche Nord East Asset Management) è tutto da scrivere. Ccb di Trento ha manifestato l'interesse ad assorbire queste realtà (mantenendo l'occupazione), Iccrea non s'è ancora espressa.

Le fusioni in atto o quelle in cantiere non dovrebbero cambiare la geografia di questo Veneto spaccato in due. La Bcc dei Colli Euganei potrebbe fondersi con la Prealpi, ma tutte e due sono in area Ccb. Come Centroveneto e Bassano. Sulla sponda Iccrea invece le aggregazioni di Banca della Marca con Marcon, CentroMarca con Santo Stefano di Martellago e Brendola con Banca Verona. Poi c'è la questione capitali. Dal fronte Ccb fanno sapere che il processo di adesione è a buon punto con quasi 100 Bcc in squadra (11 gli istituti veneti, pronti a versare oltre 100 milioni) e un aumento di capitale già sopra i 640 milioni di euro mentre si è ancora in attesa del bilancio Iccrea.
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