Banche venete, il ministro Padoan dal premier Gentiloni a Palazzo Chigi

Sabato 24 Giugno 2017
Banche venete, il ministro Padoan dal premier Gentiloni a Palazzo Chigi
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Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. A quanto apprende l'Ansa da fonti di governo, il Consiglio dei ministri per il decreto sulle banche venete che devono andare in liquidazione si svolgerà questa mattina.

La riunione, ipotizzata ma non convocata ieri, si terrà ore - sottolineano - non a causa di difficoltà o problemi particolari, ma perché si sta in queste ore limando il testo in contatto con tutte le istituzioni coinvolte. In ogni caso, fanno notare dal governo, verrà rispettato l'impegno preso dal Mef ad approvare il provvedimento entro il fine settimana.

Azionisti Popolare di Vicenza: «La situazione è drammatica». «Per me la situazione è drammatica, anche se prima di esprimere un giudizio specifico voglio vedere il decreto. Posso immaginare che ora i commissari porteranno avanti il loro lavoro per quanto riguarda le obbligazioni in corso, i crediti esigibili ma anche i debiti di chi farà causa. Ma per quest'ultimo ambito bisognerà vedere se ci saranno i soldi», ha affermato Renato Bertelle, presidente dell'Associazione azionisti Banca Popolare di Vicenza. «Senza dimenticare - ha aggiunto - che esiste sempre l'azione di responsabilità; però qui torniamo nell'ambito della giustizia, soprattutto dei tempi della giustizia. Sui media si parla della tutela che sarà rivolta a correntisti e risparmiatori, ossia coloro che hanno i soldi depositati in banca e che sono gli attuali fruitori. Purtroppo non ho sentito una sola parola per i soci della Popolare di Vicenza, questo mi preoccupa molto, perché c'è il rischio che vengano dimenticati». «Adesso - ha proseguito Bertelle - qualcuno dirà che era meglio accettare la proposta di 9 euro per azione, ma io dico che non bisogna mollare. Negli ultimi tempi ho interpellato diversi rappresentanti della politica, tutti continuano a promettere il loro interesse, ma si rendono conto che non riescono a fare molto. Semmai sono da ammirare quelli che persistono a protestare davanti al Tribunale e alla Procura di Vicenza, ma sono ormai rimasti non più di 15-20. Personalmente vado avanti, anche per tutelare i miei clienti, perché se ci sarà una liquidazione l'intenzione è di far valere i nostri diritti. Intendiamo proseguire anche in sede penale, perché gli storici rappresentanti della direzione e del consiglio della BpVi devono rispondere».

Cda Veneto Banca: «Soluzione in mano alle autorità italiane». La soluzione della crisi delle banche venete è ormai completamente nelle mani delle Autorità italiane e nelle prossime ore si delineeranno compiutamente i passaggi per consentire a tutti i clienti dell'istituto di continuare ad operare senza subire discontinuità nei servizi, tutelando al contempo depositanti e obbligazionisti senior. È quanto afferma in una nota il cda di Veneto Banca, che si è riunito ieri e ha «ripercorso l'attività svolta a partire dal suo insediamento l'8 agosto 2016 per far fronte alla gravissima situazione aziendale». Sulla stessa stabilità, con l'intervento delle autorità italiane, «potranno contare tutti coloro che hanno ricevuto affidamenti dalla Banca e dalle società del gruppo». Il cda, come da procedura, «rimarrà a disposizione per gli adempimenti formali nei tempi di legge e rimette quindi ogni decisione sulla futura gestione dell'azienda nelle mani delle Autorità e del Governo, nella certezza che verrà assicurata la salvaguardia del patrimonio aziendale e del capitale umano del gruppo e ripagata la fiducia dei clienti, mai venuta meno nonostante la pesante eredità delle passate gestioni».

Unimpresa: «Evitare crisi sistemica». «Serve una soluzione immediata per le due banche venete, e più in generale anche per le altre situazioni critiche del settore creditizio, affinché si eviti una crisi sistemica che avrebbe ripercussioni immediate e pericolose sull'economia reale, dunque sulle imprese e anche sulle famiglie. Seguiamo con attenzione e anche con non poca preoccupazione l'evolversi della trattativa tra il governo italiano e l'Ue che tuttavia non sembra vere sbocchi rapidi». Ad affermarlo in una nota è il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci, in merito al salvataggio della banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Secondo Pucci «si è perso troppo tempo negli ultimi mesi mentre sarebbe stato opportuno, da parte del governo oltre che delle autorità europee, dare il via subito a un piano volto alla messa in sicurezza dei due istituti del Nord Est». Per il vicepresidente di Unimpresa «il fallimento o la liquidazione ordinata, ipotesi circolate negli ultimi giorni sulla stampa, sarebbe deleterio non solo per il sistema bancario italiano, ma anche per quello imprenditoriale. Gli imprenditori devono aver fiducia nelle banche così come devono averla le famiglie. Devono investire e lasciare il loro denaro allo sportello in tranquillità, così come devono chiedere prestiti e finanziamenti per investire e crescere. Un circolo virtuoso in parte già frenato dalla lunga recessione e ora ancor più minacciato dalla bufera sulle banche». «L'urgenza è legata ancora di più dalla dipendenza quasi totale dalle banche per le imprese italiane» aggiunge Pucci. I prestiti agli imprenditori arrivano, infatti, per il 70% dagli istituti di credito, con il restante 30% suddiviso tra altri intermediari, enti pubblici, finanziatori privati diversi da banche, soggetti esteri. Su 750 miliardi di euro complessivi di finanziamenti, 510 miliardi (68%) sono erogati dal settore bancario, 94 miliardi (12%) da intermediari finanziari diversi dagli istituti, 37 miliardi (5%) dalla pubblica amministrazione, 12 miliardi (1%) da privati, mentre gli stranieri sostengono le imprese italiane con 94 miliardi (12%). La composizione dei prestiti delle imprese italiane è rimasta sostanzialmente invariata dal 2015 al 2016. Secondo l'analisi dell'associazione, basata su dati della Banca d'Italia, i prestiti alle imprese sono passati da 752,1 miliardi del 2015 a 750,5 miliardi del 2016 con una contrazione di 1,5 miliardi (-0,21%).

Federconsumatori: «A luglio protesteremo a Roma». «Entro luglio andremo a Roma davanti al Parlamento con i nostri azionisti e obbligazionisti azzerati, per chiedere al ministro Padoan e al presidente del Consiglio Gentiloni di istituire un fondo a loro favore». Lo ha annunciato oggi la presidente di Federconsumatori Friuli Venezia, Giulia Barbara Puschiasis, al termine di un'assemblea degli azionisti di Banche Venete svoltasi nel palazzetto dello sport di Paderno (Udine). All'assemblea - secondo quanto riferito dalla stessa Puschiasis - hanno partecipato circa 700 azionisti che non hanno aderito all'offerta di transazione. «Federconsumatori, con tutti i risparmiatori, si dice perplessa sia sulla misura adottata - ha detto Puschiasis - sia sul fatto che Banca Intesa voglia acquistare a un euro la parte buona della banca, lasciando dunque azzerati gli azionisti e gli obbligazionisti della bad bank, che verrà sottoposta a procedura di liquidazione amministrativa coatta». «Con il recupero crediti - ha aggiunto la presidente di Federconsumatori - verrà richiesto agli azionisti e obbligazionisti di rientrare dei prestiti concessi dalla banca per fare fronte alle loro spese, a causa della illiquidità delle azioni». Puschiasis ha concluso dicendo che Federconsumatori assisterà gli azionisti e gli obbligazionisti nella procedura di liquidazione per tutelare i loro diritti e anche nel procedimento penale, per la costituzione di parte civile.

Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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