Zaia: «Per il M5s l'autonomia è una questione di vita o di morte»

Mercoledì 16 Gennaio 2019 di Alda Vanzan
Luca Zaia
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 Non ce n'è che uno che dica: l'autonomia al Veneto, alla Lombardia, all'Emilia Romagna non la daremo. Tutti, giù nella capitale, a spiegare di darsi da fare, studiare, approfondire, confrontarsi. Peccato che il clima politico nella compagine governativa gialloverde si stia facendo sempre più pesante, con i leghisti ad accusare i grillini di fare ostruzionismo pacifico. Come quando alle assemblee i manifestanti si buttano per terra e la polizia li deve trascinar via di peso. Con l'autonomia, a sentire gli esponenti del Carroccio, starebbe andando allo stesso modo. Perché i ministeri retti dal M5s non agevolano il processo e, anzi, paiono divertirsi a rallentarlo pur sostenendo l'esatto contrario. È così che il solitamente cauto governatore del Veneto avvisa: «Stiamo lavorando - dice Luca Zaia - Certo è che se per i veneti l'autonomia è la madre di tutte le battaglie, a questo punto per i pentastellati  diventa una questione di vita o di morte». Perché sull'autonomia l'alleanza può rompersi. E da Venezia è la capogruppo degli zaiani in consiglio regionale, Silvia Rizzotto, a lanciare un ulteriore monito: «È giunto il momento che i colleghi del Movimento impegnati qui a palazzo Ferro Fini prendano contatti con i ministri pentastellati che si divertono a giocare con la tela di Penelope per informarli che a tirarla troppo, la corda si rompe».

L'INCONTRO
Quanto a ieri, la foto della giornata è quella che il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Danilo Toninelli, ha postato su Facebook. C'è lui accanto al ministro leghista agli Affari regionali Erika Stefani. Poi ce n'è un'altra che riprende l'intero salone dove ci sono le delegazioni trattanti, quelle del ministero e quelle delle Regioni, a partire dal giurista padovano Mario Bertolissi che la settimana scorsa, al primo incontro con Toninelli, si era sentito dire che c'erano vizi di costituzionalità nella richiesta di autonomia. Tesi facilmente smontata, ma indicativa dell'approccio ministeriale. Ieri mattina c'è stato il bis: per un po' si sono fermati i due ministri, poi il confronto è stato tra i tecnici, nel merito delle questioni.

Com'è andata? Il commento di Toninelli su Facebook è stato variamente interpretato. «Questa mattina - ha scritto l ministro pentastellato - incontro importante al mio ministero con la collega responsabile degli Affari regionali, Erika Stefani. In piena sinergia, stiamo mettendo in piedi il percorso più adatto per giungere al passaggio di nuove funzioni alle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Un processo che deve essere portato avanti nel migliore dei modi: un intervento così importante di natura costituzionale, svolto senza toccare la Carta, deve evitare i disastri del passato e i conflitti paralizzanti tra livelli di Governo, derivati dalle modifiche al Titolo V introdotte dal centrosinistra nel 2001». Un'apertura? Un dire qualcosa per non dire niente? O, come ha azzardato qualcuno, una excusatio non petita?

L'aspetto singolare è che, agli incontri ministeriali fin qui tenutisi (oggi toccherà all'Ambiente, la settimana prossima di nuovo le Infrastrutture, senza contare la Salute), il più preparato e puntuale è parso il vicepremier Luigi Di Maio. Che, peraltro, nelle sue visite venete ha sempre assicurato che l'autonomia ci sarà. Paradossalmente, proprio Di Maio rischia di trovarsi in difficoltà a causa del tergiversare dei suoi ministri. Il fatto che anche la scadenza del 15 gennaio non sia stata rispettata - ieri dovevano terminare i confronti tecnici e si invece si andrà avanti anche per tutta la prossima settimana - contribuisce a far innervosire i leghisti.

LA BOZZA
C'è il rischio che alla fine il presidente del Consiglio dei ministri presenti una bozza di intesa annacquata? In agenda c'è un nuovo passaggio tra il ministro Erika Stefani e il premier Giuseppe Conte, ma la data dell'incontro non risulta ancora fissata. «Durante la scorsa e questa settimana - ha dichiarato Stefani - sono in corso gli incontri con i ministeri che avevano richiesto maggiori chiarimenti. La trattativa è serrata e dalla scorsa settimana gli incontri sono quotidiani. Sono incontri sia politici che tecnici. La mia intenzione è quella di dare voce alle regioni e alle loro richieste senza accettare compromessi al ribasso». Quanto alla polemica sui costi, Stefani dice che è «infondata»: «Nulla verrà tolto alle altre regioni - ha detto il ministro leghista - e i governatori delle regioni che ne hanno fatto richiesta sono consapevoli che saranno investiti di un'enorme responsabilità. L'autonomia è una sfida per tutti. Una strada nuova che percorriamo per migliorare il sistema Paese e per avvicinare finalmente la gestione della cosa pubblica ai cittadini».
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