Il sindaco di Venezia: «Quella per l'autonomia è una battaglia per tutta l'Italia»

Lunedì 4 Febbraio 2019 di Alda Vanzan
Luca Zaia e Luigi Brugnaro (a destra)
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Dice che è «una battaglia per tutta l'Italia», «un fattore di modernità». Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, condivide l'istanza di autonomia rafforzata di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, tanto da dirsi pronto «ad andare in giro per il paese a parlarne». «Perché - dice - bisogna spiegare che non c'è nulla di egoistico in tutto questo, ma è un progetto per un Paese più federalista. Bisogna avere il coraggio di cambiare quand'è il momento». L'esatto contrario del suo collega di Milano, Beppe Sala, che invece ha contestato il processo di riforma in corso: Un'idea forse giusta 20 anni fa, non oggi, ha detto Sala. E ancora: Milano non vuole farsi comandare dalla Regione. Parole che hanno stupito il primo cittadino fucsia di Venezia: «Io credo che Milano dall'autonomia possa avere solo benefici».
 
Brugnaro, lei ha votato al referendum sull'autonomia del Veneto il 22 ottobre 2017?
«Sì, convintamente a favore. E sono ancora convinto». 

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sostiene che quella dell'autonomia era un'idea forse giusta 20 anni fa, non oggi.
«Le parole di Sala mi hanno stupito. Avendo ricevuto molto in termini di attenzione con l'Expò, forse Milano teme che questo venga messo in discussione, cosa che peraltro non ravvedo. Io penso che l'autonomia dovrebbe essere inquadrata in un processo più generale di riorganizzazione dello Stato, nel senso che non c'è solo l'autonomia del Veneto, ma anche una ricostruzione del ruolo delle altre Regioni, quelle cioè che l'autonomia per ora non l'hanno ancora chiesta. E poi un processo di autonomia diciamo conseguente, in primis alle Città metropolitane e poi ai Comuni. Quello dell'autonomia è un processo ampio e credo non arrestabile».
Però Sala dice che Milano non vuole farsi comandare dalla Regione. C'è questo rischio?
«Ripeto: Sala mi ha stupito, io credo che Milano dall'autonomia possa avere solo benefici. Certo, il ruolo del capoluogo, della città capitale della Regione, è fondamentale. Per quanto riguarda il Veneto, penso che questo sia ben chiaro anche al nostro governatore, tanto è vero che l'altro giorno a proposito del contributo di accesso alla città di Venezia, Zaia ha parlato proprio del capoluogo della Regione».
Appunto, Venezia vuole un'autonomia speciale?
«Intanto Venezia deve riappacificarsi col Veneto e il Veneto deve riappacificarsi con Venezia. Per troppi anni c'è stata una grande distanza tra i problemi di Venezia e il resto dei veneti, una non comprensione della specialità di questa città, così come da parte di Venezia c'è stata una distanza nei confronti delle politiche regionali».
Quindi se un domani dovesse arrivare l'autonomia del Veneto, Venezia cosa si aspetterebbe?
«Io toglierei il se: sono certissimo che l'autonomia arriverà. Mi ha convinto Zaia in primis, ma anche Salvini che ne fa una questione di tenuta del governo».
Fanno bene a dire: autonomia o crisi di governo?
«Io non ho la tessera della Lega in tasca, però mi sembra che l'autonomia sia nel contratto di governo: se la volontà dei veneti che sono andati a votare al referendum non dovesse essere rispettata, non può che venire meno quel contratto».
Torniamo a Venezia: in un Veneto autonomo cosa potrebbe reclamare?
«Non c'è niente da reclamare, c'è semmai da valutare di riconoscere alla città capitale del Veneto, ma ribadisco assieme alla Regione, delle attività operative che sono necessarie qui e non altrove. Penso al porto, all'aeroporto, al Mose, alla laguna, tutte cose molto specifiche di questa città. Come la questione del turismo e la possibilità di poteri particolari ad esempio per limitare l'uso degli appartamenti a uso turistico. Sono convinto che assieme si potranno trovare delle soluzioni nell'interesse non di qualcuno, ma di tutti».
Sarebbero dei poteri in più per Venezia.
«Più che poteri, potrebbero essere delle organizzazioni speciali. Ad esempio, quando sarà finito ci troveremo a gestire il Mose, perché è indubbio che la città dovrà essere all'interno della gestione delle dighe mobili, non potrà non essere presente. Ma c'è anche la partita dello sviluppo di Porto Marghera o il sistema universitario».
Il vicepremier Salvini ha detto che l'intesa sull'autonomia del Veneto sarà firmata entro il 21 marzo. Se ci fosse un altro slittamento?
«Detto che io non ho partecipato alle trattative che hanno portato a questo esecutivo, se lo dice Salvini che è uno due assi fondanti del governo bisogna credergli. Poi, per come la vedo io, non cambia niente se ci vuole un giorno più, l'importante è fare le cose bene e spiegare all'Italia che non c'è nessuna fuga in avanti, anzi, che stiamo proponendo un modello che può funzionare per tutti. L'autonomia è una bella battaglia per tutti noi e per l'Italia intera. Ritengo sia un fattore di modernità per il Paese e se ci sarà bisogno andrò in giro per l'Italia anch'io a spiegare che non c'è nulla di egoistico in tutto questo, ma è un progetto per un Paese più federalista. Bisogna avere il coraggio di cambiare quand'è il momento».
Ultimo aggiornamento: 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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