Barriere al Brennero, imprenditori
e vescovi schierati contro l'Austria

Venerdì 15 Aprile 2016
Barriere al Brennero, imprenditori e vescovi schierati contro l'Austria
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L’Austria pronta a chiudere il confine del Brennero? «Siamo molto preoccupati». Roberto Zuccato, Giuseppe Bono e Stefano Pan sanno benissimo quali sarebbero le conseguenze economiche, ovviamente negative, se Vienna procedesse autonomamente a bloccare il valico. I presidenti di Confindustria di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige e articolano la posizione comune del sistema industriale del Nordest. «I danni – dicono – toccherebbero soprattutto quelle imprese del Nordest, e italiane, che lavorano con consegne giornaliere "just in time" verso i Paesi del nord Europa e che a causa di ritardi di consegna rischierebbero di pagare penali e perdere le commesse». La chiusura del Brennero, dunque, prefigura «uno scenario fortemente penalizzante per le nostre esportazioni, così come per il flusso turistico verso le nostre regioni, che potrebbe compromettere una ripresa già di per sé timida». Bastano poche cifre per evidenziare che l’allarme non è infondato. Da dati Istat riferiti al 2015, il Veneto esporta in Austria merci per un valore di 1,7 miliardi di euro; le importazioni ammontano a 1,6 miliardi (il saldo è dunque positivo per 78 milioni di euro). E ancora: l’interscambio tra il Veneto e i Paesi del Nord Europa è di oltre 17 miliardi di esportazioni e di 16 miliardi di importazioni. 

Tanto basta perché Zuccato, Bono e Pan ricordino a chi di dovere che «l’Europa non ha bisogno di nuove barriere, fisiche né mentali». Dunque "no" ad altre barriere che si aggiungerebbero a quelle «che oggi dividono e mettono a rischio un progetto unico nel suo genere, che ha portato il nostro continente a diventare l’area più avanzata e quella con le migliori prestazioni sociali a livello mondiale». La speranza dei tre presidenti dei Confindustria di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, è quella che si arrivi a «superare gli interessi individuali di singoli Stati per individuare soluzioni comuni e concrete a vantaggio di tutti. Questa è stata la forza dell’Europa in passato, questa dovrà essere la forza della nuova Europa di cui abbiamo bisogno».
Una voce di protesta si alza anche dalla Chiesa. I vescovi del Triveneto condividono le preoccupazioni «per le chiusure d'accesso dei migranti prospettate da parte di alcune nazioni europee». Nella consapevolezza che «che questi migranti sono nostri fratelli che hanno bisogno del nostro aiuto». I prelati del Nordest, appoggiano così le dichiarazioni del vescovo di Bolzano-Bressanone monsignor Ivo Muser, che riferendosi al Brennero ha sottolineato come «l'Europa ha bisogno di soluzioni comunitarie e non di nuove barriere» e che «può affrontare questa sfida». Ma, senza che le responsabilità ricadano su «pochi, che non possono farcela» perchè i singoli paesi «si tirano indietro». Dunque, afferma monsignor Muser, «o la sfida si affronta in modo comunitario, cioé da "questione europea"» oppure «siamo destinati a fallire, se gli interessi che ci guidano sono soltanto quelli del proprio stato, oppure quando alcuni stati membri dell'Ue vengono lasciati da soli».
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Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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