Tornado, bomba d'acqua, downburst: l'Arpav "corregge" il vocabolario del maltempo

Sabato 19 Agosto 2017 di ​Alda Vanzan
Tornado, bomba d'acqua, downburst: l'Arpav "corregge" il vocabolario del maltempo
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Tornado o tromba d'aria? Bomba d'acqua o downburst? A poco più di dieci giorni dall'ondata di maltempo che ha colpito il litorale veneto da Taglio di Po a Bibione, e in occasione della nuova allerta meteo prevista per oggi, il Servizio meteorologico di Arpav cerca di fare chiarezza sulla corretta terminologia da adottare riguardo a specifici eventi meteorologici. Ad esempio: cos'è successo nel pomeriggio di giovedì 11 agosto 2017 quando un esteso sistema temporalesco ha provocato danni lungo tutto il litorale veneto, lasciando in ginocchio Albarella così come Cavallino? Cos'è che ha abbattuto centinaia di pini marittini (solo a Cavallino ne sono caduti 1500)? Il vento, non l'acqua. È questa è la prima distinzione tra il maltempo che ha colpito le spiagge dal maltempo che qualche giorno prima aveva devastato la frazione di Alverà a Cortina d'Ampezzo. Ma che tipo di vento?

La nota diffusa dal Servizio meteorologico di Arpav cita il glossario della Ams (American meteorological society), autorevole istituzione che da quasi un secolo si occupa di meteorologia a livello mondiale. Ecco le definizioni.
1) Downburst: è un improvviso rinforzo di vento che raggiunge il suolo; le nuvole sono in grado di dare origine ad uno dei seguenti fenomeni meteorologici: precipitazioni intense (forti rovesci), raffiche di vento (a volte trombe d'aria), grandine, attività elettrica ovvero fulmini.
2) Tornado: è una colonna d'aria in rapida rotazione a contatto con la superficie del terreno, che si origina da nubi  cumuliformi e spesso risulta visibile come una specie di imbuto che solleva detriti e polvere. In Italia il tornado è anche conosciuto come tromba d'aria o tromba marina, quando tocca la superficie del mare, quindi i due termini sono da ritenersi sinonimi. L'estensione dei danni provocati dal tornado si differenzia notevolmente da quella dei danni da downburst: nel primo caso seguono la linea spezzata che ha percorso il tornado nel suo spostamento, da qualche decina di metri a qualche decina di chilometri di lunghezza, con una larghezza del tracciato che al massimo può raggiungere qualche centinaio di metri; nel downburst invece i danni interessano un'area abbastanza uniforme in tutte le direzioni, che può essere relativamente ristretta se associata ad un microburst (meno di 16 kmq) o molto estesa se connessa a un macroburst (più di 16 kmq). I fenomeni che hanno colpito la costa veneta lo scorso 10 agosto sono dunque da ricondursi ad una serie di macroburst connessi ad un unico grande sistema temporalesco che dall'Emilia Romagna si è spostato verso nord-est interessando il litorale veneto e poi il Friuli Venezia Giulia, con raffiche di vento che hanno superato i 100 km/h raggiungendo i 114 km/h a Bibione e i 120 km/h a Fossalta di Portogruaro.

E oggi altra allerta meteo: Arpav non esclude forti rovesci, raffiche di vento e grandinate.
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