Alpi, 6 alpinisti morti a Chamonix. Vittime due guide e tre bolzanini /Foto

Lunedì 30 Aprile 2018
Le vittime
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Sale a sei il numero delle vittime della più pesante tragedia sull'Alta via Chamonix-Zermatt aperta cento anni e ogni affrontata da decine di migliaia di scilapinisti: cinque sono italiane. Del gruppo di 14 persone (italiani, francesi e tedeschi) impegnate nella traversata e bloccato su un pendio nella zona di Pigna d'Arolla da una bufera di neve sono morti l'esperta guida Mario Castiglioni, 59 anni, di Como, residente in Svizzera e la moglie bulgara  Kalina Damyanova, anch'ella guida, che insieme al marito stava portando i clienti verso il rifugio Des Vignettes nella penultima tappa delle sei del percorso. 

Le altre tre vittime sono tutte bolzanine, molto conosciute negli ambienti del Cai. Sono Elisabetta Paolucci di 44 anni, Marcello Alberti, di 53 anni e di sua moglie Gabriella Bernardi di 52. Altri 3 escursionisti sono gravissimi,in stato di forte ipotermia. Le vittime sono tutte deceduti di "morte bianca" in ospedale in Svizzera per le conseguenze dell'assideramento patito nella notte trascorsa a 3.200 metri di quota ad eccezione di Castiglioni, morto scivolando sul ghiaccio mentre cercava di raggiungere il rifugio per allertare i soccorsi. Un'azione coraggiosa ma che si è rivelata fatale: l'esperta guida doveva aver capito che la struttura era distante in linea d'aria meno di 500 metri, ma nel buio non è riuscito a completare il tragitto. A dare l'allarme è così stato, alle prime luci dell'alba, il riccionese Tommaso Piccioli che insieme a un'escursionista tedesca ha urlanto Help a due scialpinisti che a loro volta hanno allertato i gestori del rifugio. La bufera aveva sorpreso il gruppo di Castiglioni a breve distanza dall'arrivo nella penultima delle sei tappe dell'alta via. Una bufera con fitta nebbia e raffiche di vento fino a 100 kmh. Maltelpo che seguiva giorni di tempo magnifico e che sarebbe stato segnalato dai bollettini.

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VITTIME DI BOLZANO MOLTO NOTE: DUE INSEGNANTI DI LICEO, IL COMMERCIALISTA E LA MANAGER DELLA THUN
I tre bolzanini erano soci esperti del Cai di Bolzano e le rispettive famiglie sono state avvisate ieri sera della loro morte. Elisabetta Paolucci, era figlia d'arte per la sua professione abituale d'insegnate: il padre, Mario Paolucci, era un ex professore del liceo Carducci di Bolzano, di cui era stato una colonna, e nello stesso istituto aveva insegnato anche la madre, Silvana Dalla Torre. La coppia, Marcello Alberti e Gabriella Bernardi, non aveva figli e Alberti era un noto commercialista del capoluogo altoatesino, che lavorava nello studio fondato dal padre. La donna invece lavorava come manager alla Thun, responsabile delle risorse umane.

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UNA GITA SOGNATA
Da tempo i tre parlavano dell'escursione sull'alta via Chamonix-Zermatt, una delle più note e impegnative per gli appassionati, agli amici del Cai e li aggiornavano in tempo reale sulla situazione con fotografie sui social network.

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FATALE UNA TEMPESTA
Fatale sarebbe stata la notte tra domenica e lunedì, trascorsa all'aperto a quota 3.150 metri, a causa di una tempesta che ha impedito al gruppo di proseguire il cammino per trovare un riparo. Proprio dal rifugio dove il gruppo era atteso, la capanna Vignettes, alle 6.30 di ieri mattina era stato lanciato l'allarme. Nel gruppo, oltre a italiani, c'erano francesi e tedeschi. Oltre alla quarta vittima, Marco Castiglioni, 59 anni, nato a Como e residente in Svizzera, guida alpina che conduceva il gruppo, c'era anche un altro lombardo a compiere l'escursione: Tommaso Piccioli, architetto milanese, era amico dei tre bolzanini morti e aveva frequentato proprio al Cai di Bolzano dei corsi di scialpinismo. A ieri sera non risultano notizie sulla sua situazione. Delle quattro vittime, una era già stata trovata morta e le altre tre erano decedute poco dopo l'arrivo in ospedale.

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CHI ERA MARIO, LA GUIDA INSIEME ALLA MOGLIE, E COSA E' SUCCESSO
Mario Castiglioni guidava insieme alla moglie uno dei gruppi di alpinisti intrappolati dal gelo. La conferma è giunta a Como, dove vivono i suoi tre figli. Castiglioni, nato a Como, da qualche anno si era trasferito in Svizzera, in Canton Ticino, con la moglie di origine bulgara e con lei aveva aperto un'agenzia che organizzava escursioni in montagna. Sul sito c'è ancora l'offerta della traversata dal 26 aprile al 1° maggio. Castiglioni era fra le guide più esperte e affidabile delle Alpi: aveva compiuto, per se stesso e come guida, centinaia di scalate ed escursioni in tutto il mondo e aveva anche raggiunto la cima di due ottomila, il Manaslu e il Cho-Oyu. Un leader preparato che contava su clienti che lo seguivano da anni. 

I soccorritori, che hanno impiegato sette elicotteri, hanno trovato il gruppo su un pendio ghiacciato: L'operazione di salvataggio è partita dopo un allarme lanciato verso le 6.30. Gli escursionisti sono stati soccorsi a meno di mezzo chilometro, in linea d'aria, dal rifugio.  Gli alpinisti che stavano affrontando l'Haute Route Chamonix-Zermatt  erano divisi in due formazioni: una contava dieci persone e l'altra quattro. Erano tutti bene attrezzati, ma non per passare la notte all'aperto con il termometro che è sceso fino a meno 5.  Non è tuttavia impossibile superare in questa stagione una notte in quota se si è in gruppo e si è vestiti adeguatamente, ma bisogna organizzarsi con lucidità scavando ripari, restando vicini e massaggiandosi a vicenda, muovendosi quando gli arti si intorpidiscono. Decisivo il ruolo di un leader che sproni a resistere e che aiuti i più deboli. 

La Haute Route Chamonix-Zermat è considerata la regina delle traversate delle Alpi, è stata tracciato un secolo fa e attira ogni anno decine di migliaia di escursionisti soprattutto quando le ore di luce aumentano, L'eccezionale innevamento di questo inverno ha reso poi questa traversata ancora più attraente.



Il video del percorso.



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Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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