Fusioni, nascono 5 nuovi Comuni. Operazione bocciata in altri 5

Lunedì 17 Dicembre 2018
il municipio di Mel
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Metà sì e metà no.  E' questo il risultati dei 10 referendum per la fusione dei Comuni che si sono tenuti ieri in 26 municipi del Veneto per cui non era previsto alcun quorum. Coinvolti 83.000 abitanti.

HA VINTO IL SI'. Via libera a Borgo Val Belluna (fusione tra Mel, Lentiai e Trichiana) nel Bellunese; a Pieve del Grappa (Crespano del Grappa e Paderno del Grappa) nel Trevigiano; a Valbrenta (Cismon del Grappa, Valstagna, San Nazario, Campolongo sul Brenta e Solagna dove per altro ha vinto il no), a Lusiana Conco (Lusiana e Conco) e a Colceresa (Mason e Molvena) nel Vicentino. 

HA VINTO IL NO. Fusioni bocciate a Terre Conselvane (Cartura, Conselve e Terassa Padovana) e Fortezza d’Adige (Castelbaldo e Masi) nel Padovano; Frassinelle Polesella (Frassinelle Polesine e Polesella) nel Rodigino; Colbregonza (Carrè e Chiuppano) e Pieve dei Berici (Longare, Castegnero e Nanto) nel Vicentino.


I VANTAGGI DEL SI'. L’Anci Veneto nel dare il «benvenuto ai 5 nuovi enti» ricorda che per i Comuni istituiti a seguito di procedimento di fusione sono previsti tutta una serie di incentivi:
- l'erogazione del contributo straordinario statale per 10 anni a decorrere dalla fusione;
- nell'erogazione del contributo straordinario regionale la priorità nell'assegnazione degli spazi finanziari regionali va ai Comuni istituiti per fusione a decorrere dal 2011;
- l'esclusione dall'assoggettamento dell'obbligo associativo per i comuni istituiti mediante fusione che raggiungono una popolazione pari o superiore a 3.000 abitanti o 2000 abitanti se appartenenti a Comunità montane per un mandato elettorale;
- previsione di forme premiali nelle misure di incentivazione regionale;
- esclusione da vincoli per le assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100% della spesa relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente;
- subentro nei benefici, stabiliti dall'Unione europea o da leggi statali, di cui godevano gli enti estinti.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE  
«La volontà degli elettori va rispettata: in alcuni casi, anche a fronte di cospicue agevolazioni e finanziamenti, i cittadini hanno preferito mantenere il vecchio assetto – ha spiegato Roberto Ciambetti – e penso che ogni realtà costituisca una storia a sé: il campanilismo nella nostra Regione è fortemente radicato. È piuttosto interessante vedere come il sì alle fusioni sia giunto da realtà per così dire periferiche, spesso zone di montagna, dove l’aggregazione è stata vista come grande opportunità.

Ai nuovi Comuni, pertanto, l’augurio di riuscire a dare ai cittadini che hanno scommesso nelle aggregazioni migliori servizi».


 

Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 08:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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