Dalla Francia a Trieste senza benzina: Emilio e il suo viaggio solo elettrico

Giovedì 27 Settembre 2018 di Emanuele Minca
Dalla Francia a Trieste senza benzina: Emilio e il suo viaggio solo elettrico
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FIUME VENETO - «La mia vita è cambiata con un'auto elettrica». Emilio Giacomazzi, titolare di una rivendita di automobili a Fiume Veneto, docente in una struttura formativa della provincia in qualità di esperto in mobilità elettrica, arriverà a Trieste domani sera. Tra oggi e venerdì percorrerà più di 2mila chilometri a bordo di un'auto elettrica: partirà in mattinata da Brest, cittadina portuale della Bretagna, nella Francia nord-occidentale e passerà per la Svizzera, poi in Austria e giù in Italia fino a Trieste. «Perché lo faccio? Vorrei dimostrare con i fatti che oggi è possibile compiere anche lunghi viaggi a bordo di auto elettriche».

Giacomazzi è ormai da anni che utilizza mezzi elettrici alimentati a batterie per spostarsi quotidianamente. Quale occasione migliore quindi per conoscere direttamente da chi l'ha sperimentato in prima persona come cambia la vita quotidiana a bordo dei veicoli elettrici e quanto si risparmia senza essere più dipendenti dal distributore di  carburante. «Il mondo sta cambiando e la rivoluzione è già in atto: con questa impresa vorrei sfatare il luogo comune che utilizzare un'auto elettrica limita le percorrenze e i lunghi spostamenti - racconta Giacomazzi -. Nei mesi scorsi ho già fatto la Parigi-Fiume Veneto: un tragitto di mille 500 chilometri. Oggi invece allungo e punto alla Brest-Trieste». Un viaggio che può avvenire anche grazie al fatto che le batterie sono molto più efficienti e stanno spuntando come funghi le colonnine per connettersi alla corrente elettrica, anche se in Italia si dovrebbe investire di più come in altri Paesi. «E poi con un'auto elettrica non cambia la vita solo per l'aspetto del carburante di cui si fa completamente a meno, ma anche per quanto riguarda la manutenzione, limitatissima». Per Giacomazzi il viaggio in corso in queste ore «non è un'avventura: è un impegno nel campo della mobilità elettrica, che ha radici lontane per me: da più di vent'anni partecipo a progetti sulla mobilità sostenibile. Nel 2006, ad esempio, avevo preso parte ai test su una macchina che si muoveva grazie all'aria. Poi mi sono concentrato sui mezzi elettrici, come scooter e quadricicli pesanti, e da queste esperienze è nato un progetto che ha trovato il sostegno della Regione».

Oggi vende auto con motore elettrico: ma allora è tutto business commerciale? Per Giacomazzi c'è l'interesse professionale ma è soprattutto un viaggio per focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti che considero basilari e nel contempo per sfatarne altri che rendono la mobilità elettrica in Italia una remota alternativa agli spostamenti. C'è l'aspetto educativo per dare l'esempio alle nuove generazioni che la mobilità sostenibile è realtà e alla portata di tutti. E l'aspetto ecologico dimostrando che con una utilitaria elettrica si possono compiere anche lunghi tragitti, sfatando la leggenda che non esistano o che non ci sia la possibilità di effettuare ricariche.
Ultimo aggiornamento: 18:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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