Sembravano veri ma il profumo era quello d'imbroglio: erano falsi d'autore

Sabato 21 Aprile 2018 di Paola Treppo
I profumi taroccati sequestrati dai carabinieri
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PORDENONE - Aveva tentato di vendere ai negozianti di Pordenone una serie di profumi di marca che però erano falsi. Per ogni confezione chiedava dai 100 ai 130 euro, che è il normale costo di una essenza griffata.

Il suo modo di proporsi, però, passando di negozio in negozio con una borsa, come un venditore porta a porta, ha insospettito i commercianti che non hanno comprato nulla e che, invece, hanno chiamato i carabinieri.

I militari dell'Arma di Pordenone hanno individuato il venditore e hanno perquisito la macchina con la quale girava per la città, un'utilitaria. Dall'auto dell'uomo sono spuntate 35 confezioni di profumo di varie marche famose.

Da una prima analisi, gli uomini dell’Arma si sono subito accorti che le confezioni di profumo riproducevano in tutto e per tutto i corrispondenti prodotti originali per dimensioni di scatola, colore e nome del prodotto, rappresentando così dei tipici "falsi d’autore".

Altre confezioni riportavano un marchio falso, per trarre in inganno il cliente: riproducevano, infatti, forme e colori di prodotti autentici, distinguendosi solo per lievi difformità nel nome del prodotto di quel marchio. Ad esempio: Allen invece di Allien, Acquadi Giò invece di Acqua di Giò, Dolge&Gabbana invece di Dolce@Gabbana, Boos invece di Bos.

Per coprire le “storpiature” dei marchi e non far scoprire la contraffazione dei prodotti, inoltre, venivano utilizzate apposite etichette, con prezzo di vendita che variava in base al prodotto dai 100 ai 130 euro.

L’indagato, poi, rassicurava le vittime sulla regolarità dell’affare e l’autenticità della merce per aver venduto già diversi prodotti. Un sistema collaudato, da quanto è emerso, che certamente ha fruttato guadagni illeciti.

A finire nei guai, denunciato a piede libero C.V., 32 anni di Napoli, ritenuto responsabile dei reati di contraffazione, alterazione o uso di marchi distintivi, commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale e tentata truffa. La denuncia è di ieri mattina, venerdì 20 aprile. 
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