PORDENONE - Quattro anni di reclusione e la confisca della casa di Sappada: è questa la pena che il procuratore di Pordenone Raffaele Tito ha chiesto per Massimo Minighin, il 46enne di Fossalta di Portoguraro che secondo l'accusa ha realizzato e gestito per la "Venice investement group" il sito internet che mostrava ai clienti di Fabio Gaiatto gli interessi fasulli guadagnati con il forex (una forma di cambio valutario che consiste nella conversione di una valuta in un'altra).
LA REQUISITORIA
Tito ha parlato di dolo nelle azioni del tecnico di Fossalta che si spacciava per ingegnere, ma Minighin la laurea non l'aveva mai presa: aveva una visione complessiva dell'associazione a delinquere, ne conosceva tutti gli elementi apicali. Ed erano proprio questi a dettargli le istruzioni su come gestire o, meglio, aggiornare il sito attraverso il quale gli investitori della Venice credevano di poter accertare i loro successi finanziari. Secondo il procuratore, il tecnico 46enne era anche a conoscenza che la Consob nel maggio 2017 aveva emesso un provvedimento perchè Venice non era autorizzata a raccogliere denaro nemmeno su sito. Tito ritiene quindi che Minighin era consapevole che dietro la struttura creata da Gaiatto e soci ci fosse una mega truffa, ma ha continuato a gestire il sito.
LA DIFESA
Il 46enne di Fossalta di Portogruaro è difeso dall'avvocato Cristiano Leone che ieri, durante l'arringa, ha descritto Minighin come una sorta di «nerd informatico», una persona che viveva con la mamma, che si fingeva ingegnere e titolare di una società californiana. Con l'unica "colpa" di prendere ordini da Gaiatto, non consapevole di cosa si celasse dietro la Venice investement group. Ignaro, secondo la difesa, che fosse solo una grande truffa.