I cestini ci sono ma i cafoni trasformano i torrenti in pattumiere

Venerdì 24 Agosto 2018 di Marco Agrusti
I cestini ci sono ma i cafoni trasformano i torrenti in pattumiere
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PORDENONE - I cestini ci sono. Le amministrazioni comunali si sono attivate da tempo nei loro territori di pertinenza. Per invitare i bagnanti della domenica a rispettare le più banali norme legate al senso civico, sono stati spesi soldi. I carabinieri e i comandi delle polizie locali pattugliano non solo le strade delle città, ma anche i greti dei fiumi. Ma evidentemente tutto questo non basta, perché l'estate 2018 rischia di passare alla storia come la stagione degli incivili. E ogni fine settimana è come passare un rastrello in una discarica: si trova di tutto, dalle lattine di birra vuote ai sacchetti pieni dei resti del picnic. È uno scempio, senza mezzi termini, a cui è difficile porre fine. 
 
LA MAPPA
Ground zero è sicuramente rappresentato dai greti di Cellina e Meduna. Le spiaggette naturali create dai flussi delle piene attirano ogni fine settimana centinaia di pordenonesi che preferiscono la gira a pochi passi da casa alle spiagge affollate. A Cordenons, ad esempio, da anni si parla di rendere davvero fruibile la cosiddetta Meduna beach, la spiaggia sul Meduna, e di attrezzarla come un vero stabilimento balneare. Ma intanto non si riesce a controllare l'abbandono selvaggio dei rifiuti. La polizia locale, guidata dal comandante Luca Busetto, pattuglia ogni lunedì il territorio e ritrova qualsiasi cosa. Solamente che in quei casi è quasi impossibile risalire ai responsabili. Sono state rinvenute le solite bottiglie, abbandonate nella boscaglia, ma anche cumuli di sacchi con all'interno rifiuti organici maleodoranti. Le multe sono (sarebbero) salatissime: si può arrivare anche a 500 euro. Ma come detto è difficile individuare i responsabili. Gli episodi più recenti risalgono allo scorso fine settimana: a Morsano sono stati trovati rifiuti in quantità in un'area verde frequentata da molti turisti della domenica, mentre a Zoppola qualcuno ha pensato bene di depositare dei copertoni a terra. La maggior parte delle spiagge che si affacciano sui più bei torrenti del Friuli Occidentale è libera e accessibile a tutti. Non ci sono né bagnini, né controllori. Ma le regole esistono: non si possono accendere fiamme libere, e invece si continuano ad appiccare fuochi che rischiano di diventare incontrollabili; è severamente vietato l'abbandono di rifiuti, ma i cassonetti non bastano e si riempiono in poche ore. Alla base di tutto, però, c'è la maleducazione, che non consente di pensare alla possibilità di trasportare i rifiuti di un'intera giornata in auto, per poi depositarli negli spazi corretti. La stessa scena la si può ammirare in montagna, lungo le sponde del Varma prese d'assalto da chi vuole l'acqua limpida. È un trionfo di ombrelloni, ma quando cala la sera a terra resta solamente la plastica. 

IL CONTO
C'è un altro problema. I rifiuti, una volta rinvenuti, devono essere rimossi. E ci sono comuni come Cordenons o Zoppola che spendono anche diecimila euro l'anno per curare il territorio e far fronte all'inciviltà di pochi che danneggia un patrimonio di tutti. E invece di migliorare, la situazione peggiora.
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