Chiuso il vertice, Zanonato:
«L'azienda non ci ha convinto»

Mercoledì 29 Gennaio 2014
Il ministro Flavio Zanonato (Ansa)
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PORDENONE - Si è svolto oggi al Ministero dello Sviluppo economico il tavolo sulla crisi dell'Electrolux convocato dal ministro Flavio Zanonato.
Alla fine dell'incontro il ministro ha dichiarato:
«L'azienda non ci ha convinto perché imposta tutto sul costo del lavoro», mentre «noi vogliamo parlare del piano industriale».



L'azienda: «Andremo avanti sull'analisi del costo del lavoro e sulla sua riduzione, molto tranquillamente». Lo ha affermato l'ad di Electrolux Italia, Ernesto Ferrario, al termine dell'incontro al ministero dello Sviluppo. Ferrario ha poi confermato la propria «disponibilità» ad andare avanti nel negoziato.



Alla riunione hanno partecipato, oltre al ministro, l'amministratore delegato di Electrolux Italia Ernesto Ferrario, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e delle categorie dei Metalmeccanici, i governatori di Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, del Veneto Luca Zaia, dell'Emilia Romagna Vasco Errani e l'assessore al Lavoro della Regione Lombardia Valentina Aprea.



Entrando nella sede del Ministero, i sindacati hanno ribadito che la proposta dell'azienda di taglio degli stipendi per mantenere in vita i quattro siti italiani è «irricevibile» e hanno chiesto il ritiro del piano, nonché di far partire la discussione dal rilancio degli investimenti e dal mantenimento dei livelli occupazionali.




Zaia: «L'auspicio è che scaturiscano soluzioni condivise, chiare e cogenti per tutti». Lo dice il Presidente della Regione del Veneto prima del vertice. «È il momento - aggiunge Zaia - che tutti dimostrino compattezza e unità d'intenti, anche alla luce dei bollettini di guerra che giungono quotidianamente sul fronte della perdita di posti di lavoro. Bisogna stare sul pezzo sino ad una soluzione positiva».



L'azienda: non vogliamo lasciare l'Italia. Electrolux non intende lasciare l'Italia, ma conferma le difficoltà dello stabilimento di Porcia per la scarsa competitività del settore lavaggio. Lo avrebbe affermato, secondo quanto si apprende, la stessa azienda al tavolo al Mise. Dopo aver illustrato il piano presentato ai sindacati, l'ad Ernesto Ferrario avrebbe mostrato un volantino pubblicitario di un megastore che mostra lavatrici al prezzo di 199 euro, a dimostrare le difficoltà di reggere la concorrenza.



Zanonato: Electrolux non ci ha convinto. Electrolux, nell'incontro che si è tenuto oggi al Ministero dello Sviluppo, «non ha presentato alcuna proposta sullo stabilimento di Porcia e questo ci ha messo in allarme». Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato. Il ministro ha però sottolineato che al tavolo è stato «chiarito che non esiste una soluzione Electrolux senza che si salvi Porcia». Il tema, ha concluso Zanonato, desta infatti «particolare preoccupazione». La proposta di Electrolux, ha spiegato Zanonato in un'improvvisata conferenza stampa con i presidenti delle regioni in cui si trovano gli stabilimenti del gruppo svedese, «non ci ha convinto perché imposta tutto sul costo del lavoro», mentre «noi vogliamo parlare del piano industriale». La discussione, ha proseguito, «è stata molto serrata e ha dimostrato la volontà delle istituzioni di salvaguardare l'integrità dell'azienda». Oltre al tavolo negoziale che si apre con l'azienda e che si concretizzerà in un'altra riunione «nei prossimi due o tre giorni», Zanonato ha anche annunciato un incontro con il premier Letta, con l'obiettivo di «garantire l'occupazione, il reddito dei lavoratori e gli insediamenti produttivi». Rispondendo a una domanda sugli stipendi, che nella proposta di Electrolux, secondo i sindacati, scenderebbero al livello di quelli dei colleghi polacchi, il ministro ha confermato che «è stata citata la Polonia come riferimento», ma ha aggiunto che «se si scende agli stipendi polacchi chiudiamo tutte le industrie italiane». Quanto agli esuberi, al tavolo è emerso, ha detto Zanonato, che «su 6.500 persone ci sarebbero 600 esuberi su una pianificazione di orario lavorativo di otto ore al giorno e 250 con sei ore al giorno», al netto della situazione di Porcia. Per quanto riguarda infine le possibili soluzioni, Zanonato ha parlato di «favorire la ricerca e lo sviluppo e gli investimenti a bassissimi interessi sulla filiera produttiva». Il ministro, che in questi ultimi giorni era stato accusato da più parti di aver agito con poca decisione sul tema Electrolux, ha invece rivendicato il proprio impegno, aggiungendo di aver anche «visto l'ambasciatore svedese perché facesse pressioni sulla famiglia proprietaria dell'azienda».



Oggi è stato fatto «un passo avanti». Questo, in sintesi, il commento unanime dei presidenti delle Regioni in cui si trovano gli stabilimenti del gruppo che produce elettrodomestici. In particolare Debora Serracchiani, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, dove si trova lo stabilimento di Porcia, considerato più a rischio degli altri, ha sottolineato come sia emerso «che la trattativa si fa solo con tutti e quattro gli stabilimenti».



Un'interrogazione urgente è stata presentata oggi dalle senatrici Isabella De Monte e Laura Puppato (Pd) ai ministri per lo Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali, per sapere quale sia la posizione sul piano presentato da Electrolux Italia. L'interrogazione ripercorre gli ultimi passi della situazione in cui operano i 4.500 dipendenti nei quattro stabilimenti Electrolux in Italia, i cui dirigenti avevano indicato già all'inizio dello scorso anno 1.200 «esuberi», raggiungendo il 22 marzo 2013 un accordo con le sigle sindacali per la loro gestione attraverso gli ammortizzatori sociali e le mobilità volontarie; l'accordo è stato rivisto il 30 settembre 2013 al fine di prorogare gli incentivi; dopo quasi un anno, le parlamentari democratiche ricordano la proposta del 27 gennaio a Mestre.



Domani, dalle ore 10.00 alle 12.00, il Partito della Rifondazione Comunista del Veneto organizza un presidio informativo e di protesta presso la sede del Consolato Onorario di Svezia a Venezia. «L'iniziativa è tesa a denunciare gli effetti devastanti che la condotta predatoria di due importanti multinazionali svedesi operanti sul territorio della Regione Veneto - Electrolux e Assa Aboly - rischia di avere sulle relazioni tra questi due Paesi uniti da una storia di amichevoli e fruttuose relazioni, nonché a chiedere di fermare questi tentativi di regressione in materia di diritti sociali ed economici dei lavoratori», spiegano gli organizzatori. «Per l'occasione, al fine di poter esporre le ragioni della nostra preoccupazione, è stata avanzata richiesta al Console Onorario di incontro con una delegazione dei manifestanti che includerà il segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista Renato Cardazzo, il consigliere regionale Pietrangelo Pettenò, il Consigliere comunale di Venezia Sebastiano Bonzio e una rappresentanza dei lavoratori di Electrolux e Ditec», spiegano.
Ultimo aggiornamento: 20:37

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