Tampone fatto in un'altra regione: nessuna comunicazione a Ulss e medico di base, la positiva è un "fantasma"

Domenica 30 Gennaio 2022 di M.A.
Tampone fatto in un'altra regione: nessuna comunicazione a Ulss e medico di base
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Bastano pochi chilometri e sembra di entrare in un altro mondo, che non comunica con i propri vicini di casa. Succede anche questo, nell'ondata più caotica della pandemia. E non si sta parlando di Friuli Venezia Giulia e Slovenia, cioè di due territori appartenenti a due Nazioni diverse, ma del Veneto.

Ed è ancora più inconcepibile.


La storia fa riferimento all'odissea affrontata da una donna pordenonese dopo essere stata a farsi un tampone a Oderzo. Siamo in provincia di Treviso, ma a pochi chilometri dal confine con il Friuli Occidentale. Eppure una positività al Covid riscontrata in una farmacia della Marca non viene registrato dal sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia. «Tutto è iniziato il 16 gennaio - racconta ora Barbara -, quando dopo non aver trovato un posto per un tampone rapido in provincia di Pordenone, mi sono rivolta a una farmacia di Oderzo. Non sono stata informata che in caso di positività (avendo loro premesso che siamo stati a contatto con persone risultate positive a scuola) non avrebbero potuto comunicarlo né alla Azienda sanitaria, né al mio medico, né il mio medico avrebbe potuto a sua volta farlo». Passa un giorno, ma la positività della donna continua ad essere fantasma per il sistema del Friuli Venezia Giulia. Esiste solo per la farmacia di Oderzo.
«Ho contattato il mio medico - ha proseguito Barbara - e mi ha confermato i miei timori: avrei dovuto rifare il tampone in Friuli Venezia Giulia. Ho perso la mattinata a chiamare l'Asfo per cercare di farmi validare questa positività. Nulla da fare. Il martedì mi sono recata in una struttura privata e ho speso 44 euro per me e mio figlio, come se quello di Oderzo non fosse mai stato fatto. Rendiamoci conto. Io, positiva che vado in giro a pagare per farmi convalidare la quarantena, siamo alla follia. Ma questo è ciò che mi è stato detto dal mio medico. A quel punto mi ha mandato immediatamente la richiesta per il tampone molecolare che con intelligenza ho usato per fare quello di uscita, questa mattina (ieri, ndr) al Giordani di Pordenone. Il punto è che le Asl non mi hanno chiamata, nessuno sa quando arriveranno esiti e tanto meno certificati perché sono andati tutti in tilt. E il dovrei rimanere a casa e mio figlio non può andare a scuola fin quando non ci liberano». Una delle tante storie distorte in questa fase confusa della pandemia.

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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