SACILE - «È una guerra tra poveri». L'edicolante tabaccaio sacilese non ha dubbi: «La legge impone di accettare il pagamento con le carte e la legge si rispetta, ma alla fine è una guerra tra poveri». Il riferimento è al caso denunciato su Sei di Sacile se dal cliente che da un tabaccaio ha fatto acquisti per 12 euro e al momento di pagare si è visto rifiutare il bancomat.
LA SEGNALAZIONE
Nel frattempo, la lunghissima scia di pareri e commenti avrebbe convinto il cliente a segnalare alla Finanza il tabaccaio che non gli ha accettato il Pos. Il condizionale è d'obbligo perchè l'annuncio della segnalazione non è confermabile: il post che ha causato una fiumana di commenti non si trova più (nemmeno sul profilo del denunciante). L'occasione è comunque buona per capirne di più. «Il problema non è il pagamento elettronico in se e nemmeno la commissione, ma il fatto che nel nostro settore su tanti articoli il nostro guadagno è minimo. Pensate un settore merceologico dove l'esercente possa contare sul 30 - 40% di ricarico. Il peso della commissione bancaria sarà quasi ininfluente. Se entrate dal tabaccaio e vi fate ricaricare il telefono di 10 euro invece, lui che fa l'operazione guadagnerà solo lo 0,9%, ovvero 9 centesimi, dai quali dovrà detrarre circa 4 centesimi di commissione per l'uso della carta. Il suo guadagno sarà cioè dimezzato», ribadisce l'edicolante, ricordando che c'è sempre anche un mini canone di 12 - 15 euro annuo da sborsare come fisso. Molto dipende dal tipo di contratto che il negoziante ha stipulato, se il pagamento è con bancomat, carta di credito o di debito, ma il peso di canoni e commissioni su guadagni così piccoli è evidente. Ancora il tabaccaio: «Su pochi articoli, come ad esempio gli accendini, il ricarico è intorno al 30%, ma sulle sigarette si scende al 10, sui giornali al 18%. Il peggio è quando il cliente acquista abbonamenti e ricariche per l'on line o gift card: Amazon, Google Play, Netflix... In questi casi il rischio, quasi la certezza, è di dare il servizio senza guadagnarci nulla».
I NUMERI
Non mancano i paradossi. «Western Union di suo impone al cliente di pagare in contanti, ma se la persona preferisce la carta, il tabaccaio non può rifiutare» e finisce tra l'incudine ed il martello. Dall'inizio del mese, ovvero dall'entrata in vigore dell'obbligo, sono aumentati i clienti che pagano con le carte? «Certamente sì. In alcuni casi chiedo la gentilezza di pagare in contanti, ma se il cliente si rifiuta non ci posso fare nulla». La categoria aveva aperto un tavolo con il governo su queste problematiche, «però ora tutto è fermo, con le elezioni alle porte. Attualmente alcuni gestori di servizi Pos ci vengono incontro con delle promozioni, ma solo fino a fine anno. Anche lo Stato ha varato un credito d'imposta del 30% in nostro favore, ma avviare la pratica e pagare il commercialista spesso significa vanificare l'aiuto».
Ma quanti sono a pagare dal tabaccaio con le carte? «Da me siamo intorno al 10% della clientela totale». Quale sarebbe la soluzione per la vostra categoria? «Un canone fisso non esoso, annuale, per l'utente e poi stop, niente più commissioni». Se ne parlerà, caso mai, con il prossimo governo.