Inferno al mobilificio Santarossa
Secondo incendio in tre mesi

Mercoledì 3 Ottobre 2018 di Giuliano Pavan
Inferno al mobilificio Santarossa Secondo incendio in tre mesi
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PRATA - Il mobilificio Santarossa brucia ancora. Un vasto incendio, scoppiato ieri sera poco dopo le 21, ha colpito nuovamente l'azienda di Villanova di Prata che era già stata interessata, il 28 giugno scorso, da un altro rogo sul quale la Procura ha già aperto un'inchiesta ipotizzando l'origine dolosa. Sul posto, per le opere di spegnimento, sono dovute intervenire 17 squadre dei vigili del fuoco per avere ragione delle fiamme, che hanno anche lambito alcune abitazioni vicine. L'allarme è scattato ieri sera alle 21.10. Inizialmente sembrava un incendio di piccole dimensioni ma con il passare dei minuti le fiamme si sono alzate per decine di metri. A essere interessato un angolo del capannone della Santarossa, dove però con ogni probabilità si trovavano dei solventi.
 



Sarebbe questo il motivo per cui il rogo è divampato con molta velocità. Sul posto infatti si stavano recandosoltanto le squadre del Comando di Pordenone. Constatata la situazione, è scattata subito la chiamata per richiedere rinforzi. Nel giro di qualche decina di minuti a Villanova di Prata hanno preso parte alle opere di spegnimento (che sono andate avanti per tutta la notte, ndr) un totale di diciannove squadre (oltre al Comando di Pordenone sono intervenuti i vigili del fuoco di San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Sacile, Maniago, Udine, Codroipo, Treviso, Oderzo, Motta di Livenza, Portogruaro e Mestre) con circa una cinquantina di uomini. 
 
LA PAURAPiù passavano i minuti, più la situazione si stava facendo pericolosa. Le fiamme, oltre a interessare la struttura, hanno corso anche attraverso il prato che circonda l'azienda. Diverse chiamate sono infatti giunte al centralino dei vigili del fuoco: alcuni residenti temevano infatti per le loro abitazioni. I pompieri hanno però subito accerchiato le fiamme evitando che potessero proseguire verso le case. Non è stato infatti necessario procedere ad alcuna evacuazione. Momenti di tensione si sono invece vissuti all'interno della struttura. Il rogo stava infatti per mettere in pericolo una squadra di vigili del fuoco, ma anche in questo caso la perizia dei colleghi e il perfetto coordinamento delle operazioni hanno permesso di evitare che qualcuno si facesse male. Secondo quanto si è appreso, non ci sarebbe comunque nessuno degli addetti della Santarossa rimasti coinvolti, nell'incendio, così come non si sono registrati feriti. Gli inuirenti al momento non scartano alcuna ipotesi sull'origine dell'incendio. Le cause verranno vagliate oggi quando saranno concluse le operazioni di spegnimento. 
IL PRECEDENTEEra il 28 giugno scorso quando il mobilificio Santarossa venne semidistrutto da un altro incendio.
L'azienda, soltanto un mese prima, era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Pordenone che, a sua volta, aveva nominato Mauro Moras curatore fallimentare. Un epilogo amaro che quella mattina aveva assunto contorni ancora più tristi: l'intera superficie si parla di circa 4mila metri quadrati era andata completamente distrutta dalle fiamme. La Procura di Pordenone, in base agli elementi raccolti, aveva aperto un fascicolo per l'ipotesi di reato di incendio doloso a carico di ignoti. Diversi gli elementi che facevano propendere per il dolo: la velocità di propagazione delle fiamme, il fatto che all'interno del magazzino non ci fossero macchinari che favorissero il processo di autocombustione e, non in ultimo, l'individuazione di quattro punti d'innesco del rogo. Poco prima dello scoppio dell'incendio, un metronotte si era assicurato che all'interno e all'esterno della struttura non ci fossero anomalie. Appariva dunque ingiustificata la velocità con la quale le fiamme hanno divorato la superficie di 4mila metri quadrati prima che giungessero sul posto le prime squadre dei vigili del fuoco. In campo, dopo quel 28 giugno, era scesa anche l'Arpa a fronte della possibile ricaduta di materiale tossico, ma i rilevamenti e le analisi effettuate avevano escluso particolari pericoli. É probabile che anche questa volta i tecnici dell'Arpa ritornino alla Santarossa per verificare lo stato dell'aria e le possibili conseguenze per la salute delle persone. 

Ultimo aggiornamento: 09:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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