Si sente male vicino all'ospedale, ma l'ambulanza arriva in ritardo: è polemica

Mercoledì 25 Luglio 2018 di Alberto Comisso
Il pronto soccorso di San Vito al Tagliamento
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PORDENONE - E’ a terra, praticamente incosciente. Qualcuno prova ad avvicinarsi, lo scuote ma niente da fare. Manca poco all’una di sabato notte e in via Patriarcato a San Vito, nel piazzale d’ingresso del liceo scientifico Le Filandiere, a poche centinaia di metri dall’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale cittadino un ragazzo non dà segni di vita. Lo notano, nonostante il buio, alcuni coetanei. A quel punto la decisione di chiamare il 112, segnalando l’episodio. Dalla centrale unica per le emergenze di Palmanova l’operatore rassicura i ragazzi che, al più presto, sarebbe arrivata un’ambulanza. Il mezzo del 118 però, arriverà soltanto attorno all’1.40; non dal vicino ospedale sanvitese, ma da Codroipo, 15 km  più distante. Soltanto dopo si scoprirà che dal presidio di San Vito sarebbe tranquillamente potuta partire un’ambulanza o, nella peggiore delle ipotesi, attendere che quella che era partita per un trasferimento di un paziente a Pordenone fosse rientrata alla base. In via Patriarcato hanno fatto in tempo a giungere per primi i carabinieri, gli stessi che hanno poi atteso l’arrivo del personale sanitario.
I TEMPI
La prima chiamata al 112 è delle 0.54. Mentre i ragazzi stavano attendendo sul posto l’ambulanza, il giovane a terra, soltanto all’apparenza privo di sensi, aveva cominciato a muoversi. Era addirittura riuscito ad alzarsi in piedi e, con un equilibrio precario, aveva cercato di andare incontro agli altri giovani. Probabilmente era ubriaco e aveva assunto sostanze stupefacenti: non si spiega altrimenti il fatto che, dopo essersi appeso ad un palo, avesse cominciato a morderlo. A quel punto i ragazzi, impauriti, decidono di richiamare il 112: è l’1.06. Spiegano la situazione e questa volta l’operatore dice che in quel momento non ci sono ambulanze disponibili. Devono portare pazienza e consiglia loro di allontanarsi, non essendo per nulla sicuri delle condizioni psicofisiche della persona a terra. All’1.20 partirà (in codice giallo) l’ambulanza da Codroipo, mentre all’1.25 i carabinieri saranno sul posto. All’1.40 il giovane è stato trasportato al pronto soccorso di San Vito per gli accertamenti del caso. Le successive verifiche hanno permesso di chiudere il cerchio.
LA DISPONIBILITÁ
Dal vicino ospedale quella notte sarebbero potute partire due ambulanze ma una, per un trasferimento a Pordenone, era praticamente impegnata. E l’altra? Perché non è stata utilizzata? Perché l’operatore a Palmanova non era a conoscenza dei numeri e soprattutto delle disponibilità? Al di là di tutto, viene da chiedersi un’altra cosa: se al posto di essere ubriaco o alterato da sostanze stupefacenti quel ragazzo fosse stato investito da una macchina, lo scenario sarebbe cambiato? Non è la prima volta che si verificano questi episodi e, proprio per questo, nei giorni scorsi Riccardo Riccardi, vicepresidente della giunta regionale, facendo visita alla centrale di Palmanova era stato chiaro parlando del Nue: «La dotazione tecnologica è inadeguata. È necessaria una ricognizione complessiva che individui con esattezza le carenze del sistema e le responsabilità di chi ha effettuato scelte sbagliate. Una carenza inammissibile - aveva spiegato - e, proprio per questo, la giunta regionale nelle prossime settimane prenderà delle decisioni importanti, perché il tema tecnologico va affrontato alla radice così come la chiara definizione delle responsabilità delle scelte strategiche per il funzionamento del sistema». Riccardi ha espresso l’impegno ad «avviare con immediatezza azioni correttive complessive che partono dalla tecnologia per arrivare ai sistemi organizzativi, nonché alla dotazione e alla qualificazione del personale impiegato».
Alberto Comisso
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Ultimo aggiornamento: 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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