Sale operatorie, cambia tutto: pazienti dirottati tra gli ospedali

Martedì 20 Novembre 2018 di Davide Lisetto
Sale operatorie, cambia tutto: pazienti dirottati tra gli ospedali
PORDENONE - Rivoluzione in vista nelle sale operatorie degli ospedali provinciali. A giorni entrerà in vigore il nuovo piano dell'utilizzo delle sale che saranno gestite attraverso un unico coordinamento. In sostanza ci sarà una gestione centralizzata e coordinata (da parte di un medico anestesista a cui la direzione dell'Azienda 5 ha affidato questo preciso incarico) delle stanze operatorie dell'ospedale di Pordenone e degli altri siti ospedalieri della provincia, San Vito, Spilimbergo e Sacile. La riforma è soprattutto organizzativa e riguarda ovviamente i vari reparti in cui si fa chirurgia e i primari. Ma, almeno finché la nuova organizzazione non sarà entrata a regime, qualche disagio potrebbe riguardare anche i pazienti. Non è escluso, per esempio, che in alcuni casi il paziente destinato in un ospedale possa essere dirottato su un altro ospedale a seconda dell'urgenza e dell'importanza della tipologia di intervento cui il paziente deve sottoporsi.

GLI OBIETTIVI
L'obiettivo del nuovo piano è quello di arrivare gradualmente, ma in tempi piuttosto veloci, a una razionalizzazione e quindi a un migliore utilizzo delle circa quindici sale operatorie che ci sono in tutti gli ospedali provinciali. Questo sia per ridurre le liste di attesa in alcuni ambiti di intervento, ma soprattutto per concentrare sull'ospedale di Pordenone gli interventi di maggiore importanza. In particolare di Chirurgia della mano, Otorinolaringoiatria e in generale di tutta l'oncologia. Tutti gli interventi legati a patologie tumorali dovranno essere fatti al Santa Maria degli Angeli. È chiaro che una organizzazione di questo tipo vedrà gli interventi per patologia meno gravi spostati negli altri ospedali - in particolare San Vito e Spilimbergo, oltre a Sacile dove viene già effettuata gran parte degli interventi in day-hospital soprattutto di oculistica - a seconda proprio delle specialità di ciascun centro ospedaliero periferico. Così come, per converso, gli interventi per patologie tumorali (quelli che ovviamente non vengono eseguiti al Cro di Aviano, con il quale ormai l'Azienda 5 opera in regime di sinergia) dovranno tutti essere effettuati nella sale del Santa Maria degli Angeli.

UNA RETE OPERATORIA
Con il nuovo tipo di organizzazione - al quale hanno lavorato il direttore sanitario Giuseppe Sclippa e tutti i primari con le loro équipe - si punta a un uso più razionale delle sale operatorie. Nell'ospedale di Pordenone non ci sarà più una sala operatoria legata strettamente a un solo reparto per tutte le tipologie di operazioni chirurgiche. Ma ciascuna sala potrà essere usata da vari reparti a seconde dell'urgenza e della tipologia dell'intervento. L'intervento per le tonsille di un bimbo, per esempio, non sarà più effettuato a Pordenone ma nel nuovo reparto della pediatria di San Vito. È chiaro che l'avvio del nuovo modello porterà qualche inevitabile disagio nella programmazione degli interventi con possibili spostamenti di ospedale o allungamento dei tempi per i pazienti. «Il sistema che abbiamo adottato - spiega il direttore generale Giorgio Simon - è già in funzione in tutti gli ospedali più moderni e organizzati. Era necessario un cambio di passo che consentirà un uso migliore della sale in tutti i nostri ospedali». La prima fase sperimentale durerà tre, quattro mesi. Dopodiché sarà fatto il punto e valutati gli eventuali aggiustamenti.
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