«Vita stravolta da ricatti mafiosi»: il dramma di un imprenditore

Giovedì 19 Aprile 2018 di Cristina Antonutti
«Vita stravolta da ricatti mafiosi»: il dramma di un imprenditore
3
PORDENONE «Ecco come i ricatti mafiosi mi hanno stravolto la vita». Anatomia di un raggiro degno della trama di un film, sfociato nel furto di una valigetta con 500mila euro, culminato con estorsioni tentate, riuscite e l’incendio della casa di una delle vittime. Il processo sui “ricatti mafiosi” a due assicuratori pordenonesi ieri è entrato nel vivo con le testimonianze delle vittime: Walter e Luca Scolaro, padre e figlio . A difendersi - dopo che tre calabresi sono stati condannati in preliminare a pene tra i 4 e 6 anni - sono rimasti l’imprenditore sacilese Raimondo Lucchese, 56 anni; Vincenzo Centineo (68) siciliano domiciliato a Salgareda; Mario Tironi (58) nato in Macedonia, residente a Bergamo e conosciuto anche come Ratko Dragutinovic; il siciliano Emanuele Merenda (39) e il calabrese Pietro Ferraro (34) di Marcon.

La storia che ha terrorizzato la famiglia dell’assicuratore, portandolo sull’orlo del suicidio, comincia il 24 agosto 2012. Walter Scolaro, 70 anni, parla come se tutto fosse successo ieri. Quel giorno di fine agosto gli telefonò un certo Francesco presentandosi come un ex console croato con uffici a Milano e oggi a processo come Mario Tironi. Voleva noleggiare il 48 piedi da diporto che l’assicuratore aveva a Lignano: aveva visto l’annuncio. Si accordarono per un noleggio di 10 giorni: 10mila euro e 5mila per il tagliando assicurativo. In quel contesto l’ex console chiede all’assicuratore se rilascia fidejussioni, perchè deve fare un concordato preventivo da 20 milioni di euro. Chiede poi all’assicuratore se è in grado di cambiargli banconote da 500 con tagli da 50 euro. Scolaro, a quel punto, è intrappolato nel raggiro.

Le protagoniste a questo punto sono tre valigette: una con i 550 mila euro di Lucchese, due con i 500 mila che avrebbe dovuto consegnare il croato in tagli da 50 e 100.
Seguiranno giorni di alta tensione. Si comincia a parlare di cosche mafiose, dalla Sicilia arrivano agli assicuratori messaggi inquietanti: «Gli Scolaro devono pagare». Si parla di frasi come «quelli vi fanno saltare la casa con 20 chili di tritolo se non pagate» o «bisogna colpire i figli per far capire ai padri».

 
 
Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci