Poste a rischio paralisi: «Mancano trenta addetti»

Mercoledì 3 Ottobre 2018 di Davide Lisetto
Poste a rischio paralisi: «Mancano trenta addetti»
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PORDENONE - La rete provinciale degli uffici postali ha sempre di più il fiato corto. A fare andare in affanno - anche se qualcuno prelude ormai al collasso del sistema degli sportelli - è l'ormai cronica carenza di personale che non è certo un problema nuovo. Ma che ora rischia veramente di mostrare delle falle che potrebbero causare ulteriori disagi oltre a quelli che già vengono denunciati dall'utenza, in particolare nel recapito della corrispondenza. A mettere a nudo la debolezza e le plurime difficoltà del servizio postale è stato il recente ritorno agli orari e alle aperture normali di tutti gli uffici territoriali del Friuli occidentale dopo il piano estivo che aveva ridotto gli orari e previsto le aperture alternata di una buona parte degli uffici. «Con il riavvio a pieno regime - sottolinea il sindacato dei dipendenti della Poste - ma con lo stesso personale si sono messe in evidenza le enormi difficoltà che ha il sistema a reggere». Tutte le sigle sindacali avranno un incontro, proprio oggi, con la direzione regionale di Poste Italiane per fare il punto della situazione sugli organici.
 
UFFICI AL COLLASSO«I centri di recapito di Pordenone, Sacile, Spilimbergo, Maniago e San Vito si reggono soltanto ricorrendo a personale assunto a termine. Negli uffici postali - spiega Gianfranco Parziale, segretario provinciale dei Postali Cisl - i direttori sono ormai delle figure ibride chiamati a svolgere operazioni di sportello, mentre gli sportellisti sono costretti a girovagare per la provincia al fine di consentire l'apertura degli stessi uffici che, spesso, rischierebbero di rimanere chiusi». È forte la denuncia del sindacato. Gli uffici complessivamente nel territorio sono 84, tra questi 52 sono di piccole dimensioni e a oggi stabilmente con un solo operatore. «È chiaro - aggiunge il referente della Cisl - che in questa situazioni basta una malattia per mettere a repentaglio un servizio. La disponibilità e l'abnegazione dei dipendenti ci sono tutte, ma occorre fare in fretta per garantire la regolarità del servizio». Per evitare la paralisi la società ha revocato tutti i contratti part-time e ai lavoratori prossimi alla pensione viene chiesto di rimanere al lavoro finché non saranno trovate soluzioni per fare fronte alla carenza negli organici.
LE RICHIESTE«Agli sportelli mancano almeno trenta addetti. Si deve poi considerare - spiega ancora il sindacalista del personale postale - che entro il prossimo mese di gennaio l'organico diminuirà di ulteriori dodici operatori che andranno in pensione. Tra questi anche alcuni direttori di uffici importanti del territorio». E sostituire un direttore di ufficio non è sempre facile. Poiché richiede la disponibilità di personale che abbia alcune competenze e un certo tipo di formazione. «Anche per questo - insiste Parziale - è necessario che si provveda in fretta al reclutamento a all'assunzione di nuovi addetti che devono essere pronti per sostituire il personale che uscirà dall'azienda». Non va molto meglio la situazione sul fronte dei portalettere: sono in previsione cinque assunzioni a tempo indeterminato e tre cambi di contratto in full-time. Ma di questi ancora non sembra esserci traccia. Saranno queste le questioni che il sindacato porrà nel confronto di oggi con i vertici di Poste. «Ci aspettiamo risposte, perché così il sistema non può reggere ancora a lungo».
Davide Lisetto
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