Per settimane non arriva nulla.
COSA STA ACCADENDO
Il problema è semplice e nello stesso tempo drammatico perchè è irrisolto da tantissimo tempo e - a detta dei sindacati - non c’è alcuna idea che possa essere corretto prossimamente. Gli organici delle Poste sono sottostimati di almeno il 20 e in alcune zone del 30 per cento. A pagare il prezzo maggiore è il servizio di recapito rimasto con i numeri contanti tra vecchi postini oramai sempre meno e nuovi assunti, ragazzi con contratti a termine che lavorano un mese, due al massimo e poi non vengono riconfermati per non essere assunti a tempo indeterminato. In all’interno di questo periodo breve, devono anche fare la formazione. Ma c’è anche di peggio. Gli assunti a tempo indeterminato, infatti, da tempo hanno un contratto solo part time. Lavorano sei mesi, gli altri sei stanno casa. I periodi di assunzione sono tre: aprile - settembre, ottobre - marzo e il rinforzo estivo che va da luglio a settembre e quello invernale legato anche al Natale da novembre a gennaio. Tutti sei mesi di stipendio, gli altri sei senza. È chiaro che la scelta non è appetibile anche perchè con contratti di questo tipo, pur a tempo indeterminati, diventa complicato prendere casa sul posto e farsi una famiglia. Non a caso ci sono spesso defezioni. «È l’azienda - spiega il segretario regionale della Cgil, Riccardo Ucheddu - non vuol sentire di assumere le persone a tempo pieno e non più part time».
IL RISULTATO
A fronte di questa situazione è in sofferenza l’intera regione sul fronte del recapito, anche se ci sono aree che stanno peggio. I portalettere devono prima consegnare le raccomandate, poi i pacchi legati all’accordo fatto con Amazon e quando hanno disponibilità e tempo resta la posta ordinaria. «È evidente - spiegano dalla Cgil - che a queste condizioni possono trascorrere anche settimane prima che un utente riceva la posta ordinaria e tra queste ci sono anche le bollette e tutti gli impieghi di pagamento. Non ci meraviglia, dunque, il fatto che arrivino nelle cassette delle poste ben oltre la scadenza, anche a fronte del fatto che la carenza cronica di organico comporta che ampie zone del territorio siano senza postino titolare». Le zone con le problematiche maggiori sono la provincia di Pordenone con ampie aree del capoluogo, Trieste, dove in aiuto spesso vengono mandati operatori da Veneto o da Udine, la zona bassa dell’isontino. A Udine, infine, le cose vanno un pò meglio, ma nelle aree montane e nella bassa le difficoltà esistono. Il sindacato ha un dubbio: non è che Poste abbia intenzione di affidare all’esterno il servizio di recapito?