Il vescovo: «I presidi lasciano fuori
Gesù per far entrare teorie gender»

Venerdì 25 Dicembre 2015 di Lara Zani
Il vescovo: «I presidi lasciano fuori Gesù per far entrare teorie gender»
93
PORDENONE - «Una società che vuole accogliere non deve rinunciare ai suoi simboli, ma affiancarvi quelli altrui». Interviene così il vescovo della Diocesi di Concordia Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini sulla questione dei presepi e degli altri simboli religiosi e nel suo messaggio ai fedeli in occasione del Natale parte dal concetto di «misericordia» nell'anno, appunto, del Giubileo della misericordia: «Accogliere Gesù sia accogliere la misericordia del Padre, ma anche vivere la misericordia.

In questi mesi la Diocesi si è confrontata con l'emergenza profughi. Come sta andando?
«Uno degli inviti di Gesù è essere accoglienti, e l'accoglienza è un valore che va oltre la dimensione della religiosità: un credente lo deve avere dentro, fa parte del dna. Ma siamo anche cittadini: facciamo parte di una nazione, che ha le sue leggi che dobbiamo accettare. Nella Caritas ci sono persone che si mettono al servizio di una varietà di povertà, in cui non ce n'è una che scavalchi l'altra. Più complicata è stata l'accoglienza dei profughi, perché c'è un ordinamento statale che dà indicazioni ben precise: non possiamo aprire le porte, se non ci sono le condizioni. Molte parrocchie accolgono persone. Quanto agli ultimi arrivi, più che litigare fra noi, dovremmo sederci attorno a un tavolo e pensare a come affrontare questa situazione. È una collaborazione sussidiaria quella che la Chiesa dà. Si è cercato di fare il possibile per dare una risposta, ma tutti quelli che sono andati a bussare alla Caritas per un pasto caldo lo hanno trovato. Per l'alloggio, è più complicato. Spero che, se il nostro territorio continuerà a essere un luogo di passaggio, gli organismi pubblici preposti provvedano a mettere a disposizione le caserme. Noi siamo pronti a collaborare».

Gli attentati di Parigi hanno influenzato il rapporto con la comunità islamica pordenonese?
«Hanno preso subito le distanze da questi atti terroristici. Io non ho colto qui contrapposizioni ed esasperazioni, anzi: questi episodi spesso finiscono per avvicinare».

Come giudica le polemiche sul presepe e gli altri simboli religiosi?
«Papa Francesco, nella sua "Evangelii gaudium", parla del principio dell'inclusione, e non dell'esclusione. Credo che questo principio sia da applicare anche nella questione dei presepi e degli altri simboli religiosi. Una società che vuole accogliere altre realtà, che mira non alla contrapposizione ma all'integrazione, non deve togliere i suoi simboli sminuendo la sua identità, ma affiancarvi quelli altrui. Alla Casa della Madonna Pellegrina, anche i musulmani hanno lavorato per realizzare il presepe. Invece che eliminare i canti natalizi nelle scuole, perché non si dà invece la possibilità a coloro che celebrano il Ramadan di farlo conoscere? Spesso i dirigenti scolastici che dicono di voler togliere i crocefissi per non urtare i musulmani sono gli stessi che permettono di diffondere nelle scuole le teorie del gender».

La figura di papa Francesco ha riavvicinato i fedeli pordenonesi alla Chiesa? E come si sta vivendo la Diocesi questo Giubileo?
«Papa Francesco ci ha portato a guardare la Chiesa da un'altra prospettiva, non più eurocentrica ed ecclesiocentrica. Come Chiesa dobbiamo uscire, e papa Francesco ce lo dice con uno stile di vita più forte, e capace di incontrare le persone. Questo credo sia l'invito che ci sta facendo con il Giubileo».

Pordenone va verso le elezioni amministrative: quali sono le aspettative per il nuovo sindaco?
«Che sia un onesto cittadino e che, pur rappresentando una parte, sappia essere il sindaco di tutti e per tutti».
Ultimo aggiornamento: 13:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci