​Pordenonelegge, la cultura rende ricca la città

Lunedì 24 Settembre 2018
Pordenonelegge, la cultura rende ricca la città
PORDENONE - Nessun tono trionfalistico, ma una palpabile soddisfazione da parte dei reggitori per Pordenonelegge 2018, che ieri sera ha chiuso i battenti dopo un'intensa ultima giornata grigia dal punto di vista meteorologico ma piena di colori per quanto riguarda gli incontri, i personaggi che sono passati per la città, la tanta gente che ha animato il centro, anche per qualche mise femminile particolarmente originale. Così il presidente della Fondazione pordenonelegge.it Giovanni Pavan, il direttore artistico Gian Mario Villalta, la direttrice organizzativa Michela Zin, più che comunicare numeri, hanno condiviso le impressioni sull'andamento di un festival che forse sta cambiando pelle. Almeno per quanto riguarda i gusti del pubblico. L'impressione di Villalta - che parla anche a nome dei due partner Valentina Gasparet e Alberto Garlini - è che il pubblico abbia acquisito una maggiore capacità di scelta e quindi prenoti gli incontri che più lo interessa.
 
NUOVE TENDENZE«Ciò ha comportato una minore ressa sia negli spazi degli incontri sia in giro per la città. Ma ci interessa di più notare, sia pure empiricamente, che il pubblico sembra meno interessato alla letteratura come fiction e più alla storia e alla saggistica. Non possiamo dire che si tratti di una nuova tendenza, lo vedremo in futuro». Ma ciò che a Villalta preme sottolineare è che grazie al lavoro svolto e all'approfondimento nelle scuole, anche i giovani sembrano più interessati al libro. «I ventenni che oggi frequentano il festival per interesse personale sono gli stessi che, alle scuole medie, venivano accompagnati dagli insegnanti a sentir parlare gli autori». Pure nel campo della poesia il festival con le sua varie iniziative ha saputo creare una rete, soprattutto di giovani autori, che lavorano sulla parola. E il ruolo delle parole e della scrittura nella vita quotidiana per il direttore artistico sono una indicazione per il futuro.
IL PRESIDENTEImpressioni analoghe le ha tratte anche il presidente Pavan, cui piace aggirasi per la città per raccogliere opinioni. «C'è stata una maggiore capacità del pubblico di spalmarsi per il centro storico, con maggiori presenze agli incontri anche nei primi giorni del festival; quindi l'estremo interesse dei ragazzi e la loro attenzione, segno che c'è stato un lavoro preparatorio a scuola». Si è poi consolidata l'immagine di Pordenone come luogo di cultura, dove questa si può coniugare con l'economia, con il continuo spronare degli ospiti a continuare sulla strada intrapresa. L'auspicio è di consolidare con il festival e altre iniziative l'immagine di città della poesia sul piano concreto.
L'ORGANIZZAZIONEParticolarmente soddisfatta per l'andamento organizzativo è stata la direttrice Zin: «Ormai - dice - la macchina è collaudata e con tutto lo staff lavoriamo bene. Gestire in cinque giorni ospiti, pubblico, allestimenti, spazi e la città nel suo complesso non è mai semplice, ma finora tutto ha funzionato. Merito anche degli Angeli, squadra di volontari che sono punto di riferimento importante per il pubblico. È di soddisfazione notare che è in aumento la fascia giovane dei visitatori, che è quella più interessante. Dal punto di vista del commercio e della ricettività abbiamo avuto solo commenti positivi, per cui continueremo a lavorare sulla strada tracciata».
SICUREZZA E ANNIVERSARIONessuno si sbilancia sui numeri del festival, preferendo puntare sulle linee di tendenza. Ancora due argomenti: la sicurezza e l'edizione del ventennale nel 2019. La sicurezza non compete certo al festival, ma a chi ne ha la responsabilità: «Da parte nostra - hanno affermato - il grazie più vivo a tutti per aver consentito uno svolgimento tranquillo e sereno di Pordenonelegge. Le polemiche non ci riguardano». Per il ventennale? «Noi pensiamo, ma attendiamo proposte e idee per realizzare un'edizione che speriamo veramente all'altezza e ancor più bella».
N.Na.
Ultimo aggiornamento: 15:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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