PORDENONE - Cresce la preoccupazione tra i quasi duecento lavoratori della Imat, l'azienda di Fontanafredda appartenente al Gruppo Marcegaglia alla prese con una nuova riconversione produttiva che vedrà però scadere i contratti di solidarietà alla fine di luglio. Se entro quella data non ci sarà un piano di rilancio produttivo e se il gruppo non riuscirà a trovare nuovi soci si concretizzerà lo spettro dei possibili licenziamenti.
Nel piano e nell'accordo aziendale che era stato siglato due anni fa gli esuberi previsti dalla direzione aziendale erano un centinaio. Se tra due mesi la situazione attuale - questo sarebbe emerso durante un incontro di qualche giorno fa tra azienda e sindacato - non subirà una svolta, gli esuberi previsti rischiano di trasformarsi in licenziamenti. «La questione - sottolinea Maurizio Marcon, segretario provinciale e regionale della Fiom-Cgil - è piuttosto pesante e la preoccupazione elevata. L'azienda sta lavorando a un piano industriale, ma soprattutto sta cercando dei partner industriali».
Ultimo aggiornamento: 09:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA Nel piano e nell'accordo aziendale che era stato siglato due anni fa gli esuberi previsti dalla direzione aziendale erano un centinaio. Se tra due mesi la situazione attuale - questo sarebbe emerso durante un incontro di qualche giorno fa tra azienda e sindacato - non subirà una svolta, gli esuberi previsti rischiano di trasformarsi in licenziamenti. «La questione - sottolinea Maurizio Marcon, segretario provinciale e regionale della Fiom-Cgil - è piuttosto pesante e la preoccupazione elevata. L'azienda sta lavorando a un piano industriale, ma soprattutto sta cercando dei partner industriali».