PORDENONE Ha estinto il finanziamento, che aveva chiesto il 9 ottobre 2015 per motivi familiari, ma per 3 mesi dalla sua misera pensione le è stata comunque trattenuta la rata. Ora, dopo non poche vicissitudini, l’Inps e la società che ha erogato il prestito si sono accorti dell’errore e, in attesa che le vengano restituite le tre rate, almeno la sua pensione non viene più toccata. La disavventura è capitata a una 70enne di Pordenone, Elena Da Lio, ex operatrice socio-sanitaria, che, in preda alla disperazione e allo sconforto totale, alcune settimane fa si era rivolta al Codacons per cercare di porre fine a questa vicenda.
L’anziana, che vive sola, gode di una pensione Inps per un importo mensile di 678 euro: si tratta dell’unica sua fonte di sostentamento. «A causa di problemi familiari - racconta l’avvocato Margherita Cusin, responsabile Codacons circoscrizione di Pordenone – l’anziana aveva contratto un prestito di 10mila euro con una finanziaria». L’addebito delle rate - 132 euro ogni mese - avveniva tramite trattenuta del quinto della pensione Inps che, quindi, si riduceva a poco più di 500 euro. «La signora Da Lio ha estinto il proprio debito lo scorso giugno - mette in evidenza l’avvocato Cusin – ma, nonostante ciò, per i mesi di luglio, agosto e settembre la società ha continuato indebitamente a trattenere la rata costringendo ingiustamente la pensionata a vivere con soli 500 euro». I ripetuti solleciti sono però caduti nel vuoto. «A questo punto il Codacons - sottolinea Cusin - ha deciso di intervenire per tutelare i diritti della signora e fare in modo che la finanziaria sia chiamata, oltre alla restituzione degli importi indebitamente trattenuti e agli interessi dal dovuto al saldo, anche al risarcimento». Elena Da Lio ha deciso, carte alla mano, di raccontare la propria disavventura: «Sino al 2025 – ricorda la 70enne – mi ero impegnata, con un prelievo mensile di 132 euro, a restituire alla finanziaria i 10mila euro che avevo chiesto in prestito che, sommando gli interessi, arrivavano a circa 15mila euro. Quando sono riuscita a vendere la casa di proprietà, la prima cosa che ho fatto è stata quella di estinguere quel debito: non potevo più sopportare di vivere, tra rinunce e sacrifici, con poco più di 500 euro».
LA PENSIONE
La signora Da Lio era stata messa al corrente del fatto che la finanziaria, programmando l’Inps le pensioni anticipatamente, avrebbe potuto continuare a prelevarle il quinto per due mesi ancora. Salvo poi restituirle le somme. «Ero pertanto tranquilla del fatto che con settembre la mia pensione sarebbe tornata a essere di 678 euro – sostiene l’anziana – e, invece, con grande sorpresa, erano continuati i prelievi di 132 euro che, sommati per tre mesi, facevano quasi mille euro che indebitamente mi erano stati trattenuti». A quel punto comincia l’odissea della signora Da Lio. «Non avendo avuto risposte esaurienti dalla filiale di Pordenone della finanziaria – sostiene – ho pensato bene di rivolgermi alla sede centrale di Milano: penso di aver passato intere ore, in attesa, al telefono. Morale della favola, sono stata rimpallata all’Inps al quale, mi è stato detto dall’operatore, non era ancora arrivata la comunicazione dell’estinzione del mio finanziamento». La 70enne è avvilita ma tutt’altro che rassegnata: «Sto ancora aspettando che mi restituiscano quei soldi – tuona – e, dal momento che mi spettano di diritto, sono disposta ad andare sino in fondo. Non mi fermo di fronte a nessun ostacolo e, se ci sarà ancora da combattere, sono disposta a farlo. Non è giusto che abbia perso circa 400 euro».
Alberto Comisso
Ultimo aggiornamento: 08:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA L’anziana, che vive sola, gode di una pensione Inps per un importo mensile di 678 euro: si tratta dell’unica sua fonte di sostentamento. «A causa di problemi familiari - racconta l’avvocato Margherita Cusin, responsabile Codacons circoscrizione di Pordenone – l’anziana aveva contratto un prestito di 10mila euro con una finanziaria». L’addebito delle rate - 132 euro ogni mese - avveniva tramite trattenuta del quinto della pensione Inps che, quindi, si riduceva a poco più di 500 euro. «La signora Da Lio ha estinto il proprio debito lo scorso giugno - mette in evidenza l’avvocato Cusin – ma, nonostante ciò, per i mesi di luglio, agosto e settembre la società ha continuato indebitamente a trattenere la rata costringendo ingiustamente la pensionata a vivere con soli 500 euro». I ripetuti solleciti sono però caduti nel vuoto. «A questo punto il Codacons - sottolinea Cusin - ha deciso di intervenire per tutelare i diritti della signora e fare in modo che la finanziaria sia chiamata, oltre alla restituzione degli importi indebitamente trattenuti e agli interessi dal dovuto al saldo, anche al risarcimento». Elena Da Lio ha deciso, carte alla mano, di raccontare la propria disavventura: «Sino al 2025 – ricorda la 70enne – mi ero impegnata, con un prelievo mensile di 132 euro, a restituire alla finanziaria i 10mila euro che avevo chiesto in prestito che, sommando gli interessi, arrivavano a circa 15mila euro. Quando sono riuscita a vendere la casa di proprietà, la prima cosa che ho fatto è stata quella di estinguere quel debito: non potevo più sopportare di vivere, tra rinunce e sacrifici, con poco più di 500 euro».
LA PENSIONE
La signora Da Lio era stata messa al corrente del fatto che la finanziaria, programmando l’Inps le pensioni anticipatamente, avrebbe potuto continuare a prelevarle il quinto per due mesi ancora. Salvo poi restituirle le somme. «Ero pertanto tranquilla del fatto che con settembre la mia pensione sarebbe tornata a essere di 678 euro – sostiene l’anziana – e, invece, con grande sorpresa, erano continuati i prelievi di 132 euro che, sommati per tre mesi, facevano quasi mille euro che indebitamente mi erano stati trattenuti». A quel punto comincia l’odissea della signora Da Lio. «Non avendo avuto risposte esaurienti dalla filiale di Pordenone della finanziaria – sostiene – ho pensato bene di rivolgermi alla sede centrale di Milano: penso di aver passato intere ore, in attesa, al telefono. Morale della favola, sono stata rimpallata all’Inps al quale, mi è stato detto dall’operatore, non era ancora arrivata la comunicazione dell’estinzione del mio finanziamento». La 70enne è avvilita ma tutt’altro che rassegnata: «Sto ancora aspettando che mi restituiscano quei soldi – tuona – e, dal momento che mi spettano di diritto, sono disposta ad andare sino in fondo. Non mi fermo di fronte a nessun ostacolo e, se ci sarà ancora da combattere, sono disposta a farlo. Non è giusto che abbia perso circa 400 euro».
Alberto Comisso