La messa degli esorcismi: una volta al mese la lotta al diavolo /Dove e quando

Domenica 17 Marzo 2019 di Pierpaolo Simonato
Una immagine tratta da un esorcismo
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PORDENONE - Una volta al mese una messa per combattere il diavolo. Il male, in questi anni difficili del Terzo millennio, può assumere molte forme. La Chiesa cerca di combatterlo com’è nella sua mission: attraverso la gestione del sacro, anche con gli esorcismi. Papa Francesco ha chiamato alla “battaglia” e la Diocesi di Concordia - Pordenone è tra le prime in Italia a rispondere all’appello. In che modo? Con la messa di misericordia, consolazione e liberazione, non a caso inserita in piena Quaresima. Il primo appuntamento con il rito è in calendario per mercoledì alle 20, nel Santuario cittadino della Madonna delle Grazie.  Ma non sarà un semplice spot: l’impegno è stato progettato come continuativo, almeno per tutto il 2019, ogni secondo mercoledì del mese. Poi si vedrà, in base alle risposte ottenute dai fedeli. Durante le serate l’animazione verrà curata dall’Oftal, l’associazione che si occupa dei pellegrinaggi, in sinergia con il Movimento per il rinnovamento nello Spirito. Chi si aspetta una classica ambientazione da film horror si sbaglia. Tutt’altro. Sarà invece una “semplice” concelebrazione liturgica, presieduta dal vescovo Giuseppe Pellegrini, tagliata su misura per la necessità, sia in materia d’invocazioni che di preghiera. Perché la pastorale definita di misericordia e consolazione ha un suo percorso preciso e - da manuale - “viene messa a disposizione di tutti coloro che intendano realizzare un profondo cambiamento all’interno della loro vita, giungendo a una conversione del cuore e della mente”. In Italia (e non solo) c’è un marcato ritorno alle pratiche magiche, tra sette, satanismo, guru e guaritori, che secondo gli ultimi dati disponibili coinvolge oltre 10 milioni di persone. Da qui lo stop imposto dalla Chiesa, con l’intervento di Bergoglio: «Per combattere il male e il Maligno abbiamo le armi potenti che ci dà il Signore». La prima delle quali è proprio costituita dai riti “liberatori”. Tra i rimedi ci sono pure l’acqua benedetta e l’unzione con l’olio esorcizzato, oltre alla stessa acqua e al sale che i fedeli possono portare a casa per utilizzarli nei luoghi che si ritengono infestati.
ESORCISTI
Nella terra tra Lemene e Tagliamento il ruolo di esorcista ufficiale era stato retto per oltre un ventennio ininterrotto da monsignor Ferruccio Sutto, valvasonese, classe 1923, scomparso qualche mese fa. Lavorava con uno psicologo, uno psichiatra, un neurologo e un infermiere. «Almeno 300 persone - ha raccontato il decano - venivano ogni anno da me, nell’ufficio di Curia, per chiedermi di aiutarli. Mediamente, sono convinto di essermi trovato di fronte al diavolo non più di una volta ogni mille». Tra il 1999 e il 2000, Sutto affrontò quattro casi molto complessi. I soggetti presentavano marcata avversione al sacro, straordinario vigore fisico, capacità di parlare lingue sconosciute, momenti di trance alternati a scoppi di violenza verbale. Per due di loro l’esorcismo risolse ogni problema. Anche il suo successore, il 54enne pordenonese don Alberto Arcicasa, ritiene necessario tenere la guardia alta di fronte al fenomeno. Ogni anno incontra centinaia di persone. Sempre sobrio e misurato, ha ammonito pubblicamente: «Il demonio agisce su due piani, con azioni diverse. Quella ordinaria, che si chiama tentazione, è la più pericolosa, poiché chiunque ne è vittima. La seconda è quella straordinaria, quando arrivano i disturbi fisici: l’ossessione, i dolori, fino alla possessione». A quel punto entra in ballo lui, che infatti sarà tra i concelebratori del rito di mercoledì.
Pier Paolo Simonato
Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 11:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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