La città che cade a pezzi: la mappa del grande degrado

Martedì 5 Giugno 2018 di Alberto Comisso
La città che cade a pezzi: la mappa del grande degrado
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PORDENONE - Storia di aree degradate. Storia di zone della città che, senza un intervento del pubblico o del privato, rischiano di cadere a pezzi. Edifici storici che hanno fatto la storia di Pordenone. La lista è lunga, peccato che per intervenire ci vogliano soldi (molti) idee, progetti e soprattutto qualcuno che sia effettivamente interessato a intervenire. Nell'elenco non compare soltanto l'ex cotonificio Amman per il quale, a quanto pare, un privato da fuori regione si è già fatto avanti nei confronti della curatela fallimentare. Ci sono gli ex bagni pubblici, gli edifici (abbandonati) all'altezza della rotatoria della farmacia Zardo a Borgomeduna, quelli in via General Cantore nel quartiere di Torre, e quelli che, tra corso Garibaldi e via De Paoli rischiano di scomparire tra le vegetazione. E poi il Bronx destinato sempre più a svuotarsi. Senza dimenticare l'ex birreria di via Fontane, di proprietà comunale, per la quale si è fatto avanti un compratore, e l'ex molino di via dei Molini. A occuparsi della situazione da tempo è l'assessore Cristina Amirante che sta pensando, insieme al sindaco Alessandro Ciriani, alla città del futuro. Che, giocoforza, deve passare attraverso la riqualificazione di almeno alcune delle aree maggiormente degradate.

LE PRIORITÀ
Tra tutte quella dell'Amman e del Bronx. «La vera sfida sottolinea l'assessore è quella di trovare chi, investendo a Pordenone, è disposto a contribuire a recuperare siti ormai in disuso ma che hanno fatto la storia di questa città anche dal punto di vista architettonico. So che per l'Amman qualcuno si è fatto avanti e questa è già una buona notizia. So anche che c'è un progetto, che tuttavia dovrà essere vagliato. Quindi non mi posso ancora sbilanciare. Stiamo parlando comunque di una zona altamente esondabile e, proprio per questo, dovranno essere tenuti in considerazione diversi aspetti. Il primo, tra tutti, l'eliminazione di gran parte della porzione attualmente coperta». Se per l'ex cotonificio Olcese Veneziano sembra si affacci qualche ipotesi, nessun riscontro positivo è invece atteso  per gli ex bagni pubblici di viale Martelli. La proprietà è della Zago srl di Prata che, in occasione dell'Adunata degli alpini del 2013, aveva destinato la parte esterna dell'immobile a birreria. Poi il nulla. E non è detto che nell'immobile, concepito in stile Liberty, possa entrare qualche malintenzionato. Ma c'è una speranza: con i lavori di riqualificazione di Piazza della Motta qualcuno potrebbe cambiare idea. 

CAPITOLO BRONX
«È una zona concepita negli anni '70 - evidenzia l'assessore Amirante - soprattutto per ospitare uffici. Alcuni edifici sono di proprietà privata, altri sono pubblici. Il vero problema è che la sera, non essendoci movimento, l'area si trasforma in una sorta di terra di nessuno. Facile immaginare lo hanno dimostrato i fatti che diventi il ritrovo abituale di sbandati e malintenzionati. Il nostro obiettivo è coinvolgere non solo chi lavora al Bronx ma soprattutto gli enti proprietari dei vari edifici. Questo per provare a creare, unendo le forze, sinergie tali da poter animare la zona anche quando le luci si spengono». Sul cuore di Pordenone, Amirante non ha dubbi. «Sono diversi gli edifici di corso Garibaldi (lato via De Paoli) allarga le braccia che, senza un'adeguata manutenzione, rischiano di deteriorarsi ulteriormente. Esattamente come quelli che si trovano all'altezza della rotatoria della farmacia Zardo e di via General Cantore. Ci vorrebbe, da parte dei privati, un piano di recupero com'è stato fatto a Rorai Grande per quell'immobile, prospiciente le scuole, la cui destinazione d'uso è a carattere residenziale».
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