PORDENONE - Il papà non paga l’assegno di mantenimento per le sue bambine? Saranno i nonni a sostituirsi al figlio “bamboccione” di 29 anni senza un’occupazione, senza disponibilità economiche e ancora a carico della famiglia. La decisione è stata presa ieri dal collegio del Tribunale civile di Pordenone presieduto dal giudice Gaetano Appierto (a latere Maria Paola Costa e Chiara Ilaria Risolo). È stata la stessa madre delle bimbe, una giovane donna che vive in provincia di Pordenone, a portare i nonni davanti al giudice. Da cinque anni non riceveva i 600 euro mensili che l’ex convivente avrebbe dovuto versarle, si è rivolta a un legale, l’avvocato Maria Italia Barile, e ha sporto denuncia contro il padre delle sue figlie per omesso versamento degli alimenti. Contemporaneamente ha fatto causa direttamente ai “suoceri” chiedendo al Tribunale che fossero condannati a sostituirsi al figlio. Secondo la legge, i nonni hanno l’obbligo di versare gli alimenti quando il proprio figlio non ha la possibilità di farlo e i nipoti vivono in condizioni di bisogno. Devono esserci, pertanto, delle condizioni ben precise, la legge non permette che i nonni vengano considerati alla stregua di un “bancomat”.
L’ASSEGNO
Nel caso trattato dal Tribunale di Pordenone il padre si è totalmente disinteressato della propria famiglia. È per questo che l’ex convivente ha fatto causa ai “suoceri”, una coppia che ha lavorato tutta la vita, non ha problemi economici e che, viste le modeste possibilità della “nuora”, già si prendeva cura della nipotine. I nonni paterni, infatti, tengono le bimbe quattro volte a settimana, vanno a portale a scuola, a nuoto e alle lezioni di ginnastica. Un sostegno importante, di cui il Tribunale di Pordenone ha tenuto conto. I genitori del 29enne, infatti, ieri sono stati condannati a pagare gli alimenti, ma in misura decisamente inferiore a quella richiesta. Non saranno 600, ma 250 euro al mese.
LA DIFESA
«I giudici - spiega l’avvocato Laura Ferretti, che tutelava la coppia chiamata in causa dalla ex “nuora” - hanno valorizzato il tempo che i nonni trascorrono con le bimbe e hanno tenuto conto che ci sono anche altri due nonni, quelli materni». Per il legale l’unico rammarico è che un dialogo costruttivo avrebbe potuto evitare il ricorso alla causa civile, circostanza che in udienza è stata evidenziata dallo stesso collegio. Per ora i nonni si sostituiranno al figlio e provvederanno al versamento dell’assegno di mantenimento.
Cristina Antonutti
Ultimo aggiornamento: 09:51
© RIPRODUZIONE RISERVATA L’ASSEGNO
Nel caso trattato dal Tribunale di Pordenone il padre si è totalmente disinteressato della propria famiglia. È per questo che l’ex convivente ha fatto causa ai “suoceri”, una coppia che ha lavorato tutta la vita, non ha problemi economici e che, viste le modeste possibilità della “nuora”, già si prendeva cura della nipotine. I nonni paterni, infatti, tengono le bimbe quattro volte a settimana, vanno a portale a scuola, a nuoto e alle lezioni di ginnastica. Un sostegno importante, di cui il Tribunale di Pordenone ha tenuto conto. I genitori del 29enne, infatti, ieri sono stati condannati a pagare gli alimenti, ma in misura decisamente inferiore a quella richiesta. Non saranno 600, ma 250 euro al mese.
LA DIFESA
«I giudici - spiega l’avvocato Laura Ferretti, che tutelava la coppia chiamata in causa dalla ex “nuora” - hanno valorizzato il tempo che i nonni trascorrono con le bimbe e hanno tenuto conto che ci sono anche altri due nonni, quelli materni». Per il legale l’unico rammarico è che un dialogo costruttivo avrebbe potuto evitare il ricorso alla causa civile, circostanza che in udienza è stata evidenziata dallo stesso collegio. Per ora i nonni si sostituiranno al figlio e provvederanno al versamento dell’assegno di mantenimento.
Cristina Antonutti