Ponte Meduna, caso costi-benefici Scoppia la bufera contro i 5 Stelle

Lunedì 28 Gennaio 2019 di Marco Agrusti
Ponte Meduna, caso costi-benefici Scoppia la bufera contro i 5 Stelle
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PORDENONE - Il ponte sul Meduna diventa come la Tav. Almeno a livello locale. Dopo la presa di posizione di Luca Sut, parlamentare del Movimento 5 Stelle che ha annunciato la necessità che anche il progetto relativo al raddoppio dell'attraversamento passi dall'analisi costi-benefici del ministero delle Infrastrutture, in regione si è scatenata la bagarre. Il tema è caldo oltre che caro, soprattutto agli automobilisti che ogni giorno devono raggiungere Pordenone arrivando da est. Obbligati ad attraversare il Meduna sul vecchio ponte, praticamente tutti chiedono un intervento, ma le regole imposte dalla componente pentastellata del governo gialloverde sono inflessibili: ogni opera pubblica deve essere valutata mettendo in partita doppia i costi vivi e i benefici apportati alla collettività.
LA POLEMICAIl nuovo ponte sul Meduna è senza pace. Disegnato, e poi abbandonato, ancora tanti anni fa (si parla della prima decade degli anni Duemila), ora è figlio del destino che avrà uno studio di fattibilità in mano all'Uti del Noncello. Ma il rallentamento imposto a livello nazionale dal Movimento 5 Stelle ha generato una polemica che ha coinvolto praticamente tutto l'arco parlamentare friulano. Dopo la reazione della giunta regionale, rappresentata da Graziano Pizzimenti (assessore leghista alle Infrastrutture), e di quella comunale di Pordenone, c'è stata una vera e propria corsa all'intervento. Unico denominatore, la contrarietà alle tesi grilline: l'alleanza in questo caso unisce centrodestra e centrosinistra sulla necessità di realizzare il secondo ponte. «Dopo che la giunta Tondo ha deviato i 9 milioni di euro prenotati dalla giunta Illy per la costruzione del nuovo ponte sul Meduna, chiedendo l'analisi costi-benefici dell'opera, anche il M5S sembra voler complicare la soluzione di una criticità sotto gli occhi di tutti - dice Nicola Conficoni del Pd -. L'auspicio è che lo studio di fattibilità in via di elaborazione grazie ai fondi assegnati dall'amministrazione regionale di centrosinistra all'Uti del Noncello definisca quale intervento va attuato per eliminare le code e che quanto prima vengano stanziati i fondi necessari a realizzarlo». Più complessa l'analisi dell'ex vicepresidente regionale Gianfranco Moretton: «Anni fa erano stati stanziati i denari sufficienti per il ponte. Lo diceva una delibera della giunta regionale al tempo del governo Illy, nel 2008, che con una programmazione puntuale metteva in fila tutta una serie di finanziamenti per opere viarie. Per il ponte sul Meduna erano stanziati 15 milioni di euro oltre che un finanziamento ad hoc all'Anas per la predisposizione del progetto. C'era pure l'accordo di programma firmato dal presidente della Regione Illy ed Elio De Anna, presidente della Provincia di Pordenone, con la panoramica degli interventi in materia di viabilità in provincia». 
LA DIFESADall'altro lato della barricata, il Movimento 5 Stelle, con il consigliere regionale Maurizio Capozzella: «Pordenone non ha ancora un degno ponte sul Meduna a causa delle bassezze della politica, nonché di una classe dirigente locale inadeguata, che ci portiamo sul groppone da almeno 30 anni. Luca Sut desidera quell'opera non meno di qualsiasi altro pordenonese, tuttavia è troppo intelligente per farsi sedurre dalla possibilità, tutt'altro che remota, di ottenere un'infrastruttura indispensabile (da decenni) a un prezzo non di mercato (costi benefici per l'appunto) ma emozionale». 
 
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