Ospedali "svaligiati": è tornata la banda dei furti su commissione. L'episodio sanvitese riapre il caso

Dopo alcuni anni in cui non avvenivano più furti su commissione nelle strutture sanitarie della regione, si teme il ritorno di colpi nei reparti specializzati

Giovedì 9 Maggio 2024 di Loris Del Frate
Ospedali "svaligiati": è tornata la banda dei furti su commissione. L'episodio sanvitese riapre il caso

La paura è che possa ripresentarsi l’onda lunga che dal 2015 e sino ad almeno alla pandemia quando il Covid ha confinato tutti a casa e limitato gli accessi negli ospedali, ha messo in difficoltà gran parte delle strutture sanitarie della regione con una serie di furti che - non ci sono dubbi - erano su commissione. Insomma, dopo il furto dell’altra notte a San Vito il rischio è che possa essere tornata la “banda degli ospedali”. La sparizione delle sonde dell’ecografo dalla sala blindata dell’ospedale di sanvitese, infatti, ha fatto alzare nuovamente la soglia di allarme. Del resto i furti di attrezzature medicali nei reparti specializzati sono costati diverse centinaia di migliaia di euro al sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia e c’è da dire che salvo in un caso non ci sono mai stati grandi successi sul fronte delle indagini.


IL PIÙ GROSSO

Non ci sono dubbi sul fatto che il furto più importante che si è verificato in un ospedale friulano è avvenuto nel 2015 al Santa Maria degli Angeli e all’epoca interessò il servizio di Gastroenterologia. Allora non c’erano ancora le stanze blindate e qualcuno si introdusse la notte nel Servizio e portò via apparecchiature, sonde e altri attrezzi praticamente nuovi. Valore 500 mila euro.

Non si seppe mai chi fu a rubare tutta quella roba, ma una cosa è certa: si trattava di materiale che difficilmente poteva essere rivenduto e quindi il furto era stato su commissione. Come tutti gli altri che sono seguiti.


GLI ALTRI FURTI

Se è vero che quello della Gastroenterologia di Pordenone è stato il primo e il più importante dal punto di vista economico, poi se ne sono susseguiti diversi e in tanti ospedali. Nel 2019 ancora a Pordenone e Sacile, nella stessa notte, sparirono sonde per ecografi, tre in riva al Noncello due in riva al Livenza. Valore complessivo 40 mila euro. Fu però l’anno prima, il 2018, l’annus orribilis. Prima toccò agli ospedali di Latisana, Palmanova e Cividale e anche in questo caso furono rubate sonde endoscopie. Valore complessivo 60 mila euro. Poi fu la volta dell’ospedale di Udine dove sparì da uno dei Servizi un apparecchio oftalmico molto importante e non solo per gli esami, ma anche per il valore, 70 mila euro. Venne anche il momento di Trieste, ospedale Cattinara, da dove fu rubato un intero ecodoppler del valore di 50 mila euro. 


GLI ARRESTI

In seguito a tutti questi furti che evidentemente non interessavano solo la sanità friulana, ma anche quella del Nord Italia, tre procure, Udine, Torino e Mantova riuscirono a sgominare una banda di colombiani che si era specializzata proprio su questo particolare tipo di furti. C’è da dire, però, che gran parte delle attrezzature ritrovate interessarono gli ospedali di Pinerolo (Torino) e Mantova, in parte marginale quello di Palmanova. Furono quattro le persone che finirono in carcere. Da allora, però, non ci furono più arresti.


IL RITORNO

Si deve attendere il 2022 per un altro grosso furto in un ospedale della regione. A sparire in quella occasione furono farmaci per un valore di circa 20 mila euro al Cattinara di Trieste. C’è da dire, però, che le indagini hanno portato alla denuncia di un infermiere. E sempre farmaci furono rubati anche a Udine, nel 2023 per un valore di 15 mila euro e anche in questo caso è stato denunciato uno un operatore sanitario dell’ospedale. Nel 2023 a Udine sparì la macchinetta per il pagamento dei ticket sanitari, ma quasi certamente si tratta di una tipologia differente, come il furto di una ambulanza avvenuto all’ospedale di San Daniele. Il mezzo fu ritrovato poco dopo integro e senza che mancasse nulla all’interno. Ora con il furto dell’altra notte a San Vito delle sonde è tornata la paura che la banda dei furti in ospedale possa essere tornata a colpire.


IL SISTEMA

Dopo i primi due furti che si erano verificati a Pordenone nel 2018 e 2019 tutti gli ospedali regionali decisero di collocare le apparecchiature di valore, in particolare le sonde degli ecografi e le strumentazioni costose e facilmente trasportabili, in stanze blindate all’interno dei reparti. Era impossibile pensare, però che l’accesso fosse riservato a pochi e così nelle stanze blindate si può accedere con il badge che è a disposizione di medici, infermieri, tecnici, Oss e personale che si occupa delle pulizie. Come dire che sono parecchie le persone che hanno l’accesso garantito. Il fatto che sia stato utilizzato il badge è certo, perché la porta a San Vito, ma la stessa cosa vale per le altre strutture, non è mai stata forzata. Non è da escludere che la chiave elettronica possa essere stata rubata o dai camici o dalle borse del personale e poi utilizzata per accedere. Con i badge di ultima generazione è possibile stabilire chi ha fatto la strisciata.

Ultimo aggiornamento: 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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