«100mila euro per uccidere Teresa», ma Kari salta l'udienza: è malato

Venerdì 5 Maggio 2017
Trifone Ragone e Teresa Costanza
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PORDENONE - Avrebbe dovuto sedere oggi sul banco dei testimoni nel corso della nuova udienza al processo per l'omicidio della coppia di fidanzati di Pordenone, Teresa Costanza e Trifone Ragone. Ma Lorenzo Kari, 54 anni, che nel luglio 2015 parlò agli inquirenti della pista "bresciana" per il duplice delitto, non ci sarà per un impedimento di salute.

La Corte d'assise di Udine ne ha disposto la traduzione in aula per il prossimo 12 maggio dal carcere di Padova, dove è attualmente detenuto. Il suo avvocato Maurizio Mazzarella ha anticipato oggi che il suo cliente parlerà, confermando il racconto fatto all'epoca, quando disse di essere stato contattato nel carcere di San Vittore per uccidere Teresa e di aver ricevuto un'offerta di 100mila euro da un imprenditore lombardo per compiere il delitto. «Confermerà quanto detto. Farà nomi e cognomi. È la verità e non bisogna avere paura di dire la verità», ha affermato il legale in aula prima dell'inizio dell'udienza.

Lorenzo Kari è stato citato dalla difesa di Giosuè Ruotolo, il 27enne di Somma Vesuviana in carcere da oltre un anno perché sospettato del duplice delitto del palasport.
Quella fornita da Kari è una pista che gli inquirenti hanno sondato prima di indagare Ruotolo: Teresa - secondo il nomade - doveva essere eliminata assieme a Trifone perché conosceva il mandante di un omicidio avvenuto a Brescia. Gli inquirenti non hanno trovato riscontri. Non c'è prova che tra Teresa e il presunto mandante vi fossero contatti. E il detenuto di San Vittore che avrebbe messo in contatto Kari con il mandante sostiene di non aver mai conosciuto il nomade.
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