PORDENONE - Lo prendevano in giro chiamandolo Psyco, Sollecito ... e lui si arrabbiò alzando le mani, scherzava, ma faceva male colpendo anche chi non c'entrava niente. A riferire l'episodio agli inquirenti, una volta rotto il muro dell'omertà, è stato uno dei coinquilini di Giosuè Ruotolo. Sono dichiarazioni che hanno aiutato gli investigatori a inquadrare la personalità del ventisettenne a processo per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Certo, non basta colpire gli amici che ti prendono in giro per essere definiti violenti o per essere considerati capaci di uccidere a sangue freddo. Ma se il movente del duplice delitto nel parcheggio è davvero la vendetta, allora la figura del Giosuè permaloso e che era solito negare l'evidenza, così come descritta dai coinquilini Sergio Romano e Daniele Renna, assume ben altra rilevanza...
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