PORDENONE - Il tasso di occupazione della popolazione del Friuli Venezia Giulia, pur piuttosto elevato, è il più basso del Nordest: 68,3%, contro una percentuale che in Veneto, Trentino-Alto Adige primo in Italia con un 73,8% - ed Emilia Romagna si attesta ovunque al 70 per cento e oltre. In regione il tasso di occupazione degli uomini arriva al 75%, mentre quello delle donne al 61,4%. È il quadro che traccia l'Ires, con il ricercatore Alessandro Russo che ha rielaborato dati Istat, nel giorno in cui proprio l'Istituto di statistica evidenzia come il Friuli Venezia Giulia nei primi nove mesi di quest'anno abbia perso 4.700 occupati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, pari a una diminuzione dell'occupazione dello 0,9 per cento. Un fenomeno legato, in particolare, all'indebolimento dell'industria.
L'INDUSTRIA
A ridursi maggiormente è l'occupazione dipendente.
GLI INATTIVI
In regione calano gli occupati, ma al contempo diminuiscono anche coloro che sono in cerca di lavoro, mentre aumentano i cosiddetti «inattivi» tra i 15 e i 64 anni, cioè coloro che non sono interessati a un'occupazione né sono disponibili a lavorare. Nei primi nove mesi di quest'anno questa tipologia di persone è aumentata di 1.100 unità. Le motivazioni all'origine di questo comportamento sono emblematiche della composizione demografica della regione: la "causa" prima, infatti, è che queste persone sono «inattive» perché sono già pensionate. O sono studenti o invalidi. La conseguenza è che, rispetto al 2022, c'è un 6,5% in meno di cittadini in cerca di lavoro e il fenomeno riguarda soprattutto gli uomini. In contemporanea, il tasso di disoccupazione regionale nel terzo trimestre dell'anno si è attestato al 4,8%, con una percentuale maggiore tra le donne (5,4%) e una minore tra gli uomini, un 4,4 per cento.
PARTITE IVA
Se nel corso del 2023 sono calati i lavoratori dipendenti, nello stesso anno sono aumentate, seppur di poco, le aperture delle Partite Iva: 6.739 nei primi nove mesi dell'anno, con una crescita di 54 aperture rispetto al numero dell'anno scorso, pari a un +0,8%. La vena imprenditoriale, o comunque quella del lavoro in proprio, sembra scorrere solo in una parte della regione, tra le province di Udine e Pordenone: solo in queste due aree le aperture sono aumentate, rispettivamente del 3,3% e del 4,4%. A Trieste, invece, le nuove Partite Iva sono diminuite del 4,2% e a Gorizia si è avuta una flessione addirittura del 5,8%. Su questo fronte il Fvg nel corso di quest'anno si è dimostrato in controtendenza rispetto al resto dell'Italia, dove le nuove attività imprenditoriali hanno segnato una flessione quasi del 3,9%, soprattutto per la notevole contrazione nel settore agricolo (-23,3%), nelle costruzioni (-11,4%) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, dove la diminuzione è arrivata all'8,8%.