Vorticoso giro di soldi all'estero: bengalese violava norme antiriciclaggio

Mercoledì 5 Aprile 2017
Vorticoso giro di soldi all'estero: bengalese violava norme antiriciclaggio
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PORDENONE - La Guardia di Finanza di Pordenone ha scoperto un «money transfer» che sotto un profilo di apparente legalità nascondeva il trasferimento illegale di consistenti somme di denaro all'estero. Le indagini, condotte dal nucleo di polizia tributaria di Pordenone, anche tramite la raccolta di testimonianze da numerosi clienti e attraverso l'analisi di oltre 30.000 distinte di invio (per un importo complessivo di circa 7,6 milioni di euro), hanno consentito di scoprire che il titolare dell'agenzia, un cittadino bengalese, inviava ingenti somme di denaro all'estero in violazione degli obblighi antiriciclaggio che prevedono di accertare l'identità di chi sia «a monte» e «a valle» di tali operazioni, aggirando i divieti di trasferimento di denaro contante oltre la soglia legale.

La normativa vieta di servirsi dei money transfer per importi superiori a 1.000 euro e impone comunque l'esibizione di un documento di identità. Queste disposizioni sono state aggirate trasferendo denaro all'estero per conto di alcuni clienti tramite soggetti prestanome o inesistenti dei quali venivano registrati elementi falsi. Le somme trasferite venivano frazionate (con la tecnica dello «smurfing») dividendo artificiosamente in più operazioni l'invio all'estero per un importo superiore a quello consentito. Complessivamente sono state individuate 261 operazioni illegali per un importo complessivo di circa 230.000 euro. La Procura della Repubblica di Pordenone ha disposto la perquisizione del money transfer e dell'abitazione del responsabile. Sono state denunciate sei persone, il gestore del money transfer e alcuni clienti compiacenti, per aver indicato le false generalità, e multati 106 clienti per oltre 200.000 euro.

Il titolare infine è stato segnalato all'Organismo Agenti e Mediatori di Roma affinché ne sia valutata la cancellazione dall'elenco degli «agenti in attività finanziaria», per mancanza dei requisiti di onorabilità.

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