MEDUNO - Forse non sarà l’autopsia a sciogliere i dubbi sul giallo dei due coniugi morti a Meduno, ma la Procura non poteva trascurare un accertamento che potrebbe aiutare a comprendere meglio la natura delle lesioni riscontrate sul corpo dell’82enne Liliana Del Din e, in particolare, di una ecchimosi sotto l’occhio. Ieri pomeriggio, una volta esaminati gli ultimi atti di indagine depositati dagli investigatori, il sostituto procuratore Federica Urban ha deciso di affidarsi al medico legale Antonello Cirnelli per l’esame autoptico. Sarà eseguito giovedì. Al consulente della Procura è stato chiesto anche di eseguire l’esame esterno sul corpo di Pasquale Tamai, il marito deceduto dopo tre giorni di agonia all’ospedale di Pordenone.
Doppia fatalità: donna di 82 anni cade in casa e muore, il marito colto da malore è grave
LE IPOTESI
La morte di Pasquale Tamai, anche lui 82 anni, impedisce di ricostruite le circostanze del decesso dell’anziana. La donna è stata ritrovata nella sala da pranzo, vicino a lei una sedia che in un primo momento aveva fatto ipotizzare a una caduta accidentale. Poco distante, agonizzante e ormai in ipotermia, c’era il marito. Che cosa sia successo ai due anziani resterà un mistero. Tamai sarebbe rimasto circa 18 ore steso sul pavimento, senza essere in grado di rialzarsi e chiamare i soccorsi. La moglie, a pochi metri da lui, senza vita. La sedia spostata trovata vicino alla donna ha fatto pensare a una perdita di equilibrio mentre era in piedi sulla sedia, forse mentre cercava qualcosa in un pensile, magari un medicinale o chissà che altro nel tentativo di soccorrere il marito a terra con i sintomi di un attacco cardiaco. Ma sono soltanto ipotesi. L’autopsia permetterà di valutare meglio le lesioni che la donna si è procurata cadendo e soprattutto il livido visibile sotto un occhio. Gli investigatori dell’Arma hanno già escluso aggressioni da parte di persone estranee: la porta era chiusa a chiave e per entrare è stato necessario chiedere l’intervento dei Vigili del fuoco. I due coniugi erano insieme da una vita. Emigrati in Svezia, due figli, erano poi tornati a Meduno. A preoccuparsi per primo è stato il nipote Ugo che giovedì è andato da loro. Li ha inutilmente chiamati per farsi aprire la porta, poi ha dovuto chiedere soccorso.