San Vito. Il liceo adotta lo stile anglosassone

La didattica per ambienti permetterà di risolvere anche le problematiche relative all'annosa carenza di spazi

Domenica 11 Giugno 2023 di Chiara Muzzin
Studenti all'ingresso del liceo Le Filandiere di San Vito

SAN VITO (PORDENONE) - Non più aule riservate esclusivamente al gruppo classe, ma spazi dedicati alle varie discipline, con allestimenti e materiali ad hoc, dove gli studenti si avvicenderanno nel corso delle loro mattinate a scuola. Chiuso l'anno scolastico 2022/2023 o quasi, visti gli imminenti esami di Stato per i ragazzi delle quinte al liceo Le Filandiere di San Vito si pensa già a settembre e al nuovo anno, che partirà con una radicale innovazione didattica e organizzativa, sulla scia dei modelli anglosassoni.

Verrà introdotto il sistema delle didattiche per ambienti di apprendimento, conosciuto anche con l'acronimo Dada. Un approccio che presenterebbe una serie di vantaggi, anche legati all'ottimizzazione dell'utilizzo degli spazi nei plessi scolastici.

GLI SPAZI

Un problema, quello degli spazi, che ha toccato da vicino proprio il liceo sanvitese, con l'incremento costante del numero degli iscritti che si sta registrando negli ultimi anni. Aveva fatto discutere, infatti, la scelta (riguardante per ora solo l'anno scolastico appena terminato) di dislocare cinque classi nelle sale della Casa della gioventù di via Roma, più distante rispetto alla sede centrale del liceo e all'ex Tommaseo dalla stazione e dal piazzale delle corriere. Una soluzione per trovare un posto per tutti i quasi 890 studenti che hanno scelto di frequentare Le Filandiere dalla provincia di Pordenone e dal vicino Veneto. Una distanza non insormontabile, ma «un fattore, quello di avere una terza sede distaccata commenta il professor Massimo De Bortoli, referente per la comunicazione esterna evidentemente un po' disagevole sia per gli alunni che per gli insegnanti».

NUOVE CLASSI

Si punta dunque a limitare nuovamente le aule ai due plessi già utilizzati da diversi anni, nonostante la previsione dell'avvio di ben nove classi prime. Con la Dada «verranno sfruttate a pieno tutte le stanze spiega il docente , laboratori compresi. Questi ultimi non rimarranno aule speciali da utilizzare solo occasionalmente, ma rientreranno nella rotazione delle classi. Un modo sia per guadagnare alcune aule, che per approfondire le discipline in ambienti dotati di numerosi strumenti utili e specifici». Non si pensa solo al classico laboratorio di scienze con i tavoli e i materiali per gli esperimenti, ma anche alle materie umanistiche e linguistiche. «Le aule fa sapere il professore prenderanno sempre più forma nel corso dei mesi, con cartelloni, mappe, strumenti informatici e volumi».

BIBLIOTECA DIGITALE

Va in questa direzione anche il progetto della biblioteca digitale diffusa, legato ai fondi Pnrr. Un piano dal valore di 153mila euro per installare postazioni tecnologiche negli spazi comuni e nelle aule, finalizzate alla consultazione di materiale bibliografico digitale. I ragazzi avranno accesso a fonti attendibili, attraverso una rete che metterà in connessione diverse biblioteche pubbliche scolastiche e comunali, con la possibilità di sfogliare libri, giornali e riviste scientifiche. Un altro lato positivo, per il professor De Bortoli, è che con la nuova didattica i ragazzi potranno muoversi di più all'interno della scuola, approfittando di tutti gli spazi pensati per loro. Un'esperienza di segno quasi contrario rispetto a quella della didattica a distanza, che invece li aveva visti, per forza di cose, isolati nelle loro stanze di casa. L'insegnante precisa che «la rivoluzione prenderà avvio intanto come sperimentazione, da testare ed eventuale aggiustare per raggiungere il miglior risultato possibile. Ci vorrà ordine nella scansione oraria, affinché il numero di spostamenti rimanga equilibrato e non si creino situazioni dispersive». Anche la disposizione dei banchi potrebbe non essere quella consueta. «Questo potrà favorire evidenzia De Bortoli forme di sperimentazione didattica e approcci diversi rispetto alla classica lezione frontale».

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