Gli insetti nel piatto. Allarme di Coldiretti: «Servono controlli rigorosi»

Lunedì 1 Gennaio 2018 di Davide Lisetto
Gli insetti nel piatto. Allarme di Coldiretti: «Servono controlli rigorosi»
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PORDENONE - Grilli, cavallette, cicale, termiti e larve finiranno sulle nostre tavole. E in futuro potremo avere allevamenti di insetti - magari accanto a quelli tradizionali di suini (nel comparto il pordenonese vanta numeri da primato regionale) e bovini - anche nel Friuli occidentale. Con domani scatta infatti la nuova normativa europea sul cosiddetto novel food che prevede la produzione, la vendita e il commercio nei Paesi membri dell'Unione europea di insetti o di alimenti - come per esempio le farine - che li contengono. Sulla nuova frontiera di quello che in molti ritengono essere il cibo del futuro ci sono le riserve e anche l'allarme di alcune delle categorie del comparto agroalimentare.

L'ALLARME COLDIRETTI
Uno dei maggiori vantaggi degli insetti e sicuramente legato al loro elevato contenuto proteico e - per converso - al ridottissimo consumo energetico necessario per l'allevamento rispetto, per esempio, al grande impatto ambientale causato dai grandi allevamenti tradizionali di bovini, suini o dagli impianti per avicoli. Allevamenti di cavallette o libellule saranno, come dire, più amici dell'ambiente. «Credo che ci vorrà molto tempo - sottolinea Antonio Bertolla, direttore della Coldiretti di Pordenone - affinché nei nostri supermercati arrivino cibi derivanti da insetti allevati qui da noi. Stiamo parlando di un'abitudine alimentare assai lontana dalla cultura alimentare italiana e dei territori che farà sicuramente fatica a essere accolta. Ma la nostra preoccupazione - aggiunge il direttore - è legata a quello che sarà importato da alcuni Paesi, come la Cina, il Vietnam o la Thailandia, che sulla produzione e trasformazione degli alimenti non hanno gli standard europei né tanto meno italiani che sono forse i più rigorosi in assoluto. Tanto che già oggi su cibi tradizionali, come il latte o il pomodoro, riscontriamo delle problematiche legate proprio alla salubrità e alla qualità. Bisognerà perciò fare molta attenzione sul fronte dei controlli e della sicurezza alimentare».

CULTURA ALIMENTARE
Timori e preoccupazioni che vengono condiviso dal comparto della cooperazione agroalimentare. «Noi - sostiene Giorgio Giacomello, presidente di Fedagri Fvg - abbiamo una fortissima cultura del cibo legato ai territori e alle nostre moltissime bio-tipicità. Ci vorranno generazioni prima di scalfire questa cultura radicata che ha anche prodotto un sistema di controlli molto rigoroso e rigido che vale anche per le filiere corte del nostro agroalimentare. Rispetto agli allevamenti di insetti e al risparmio energetico riteniamo che sarebbe molto più utile e importante, anche a livello europeo, che si lavorasse a normative sul recupero delle eccedenze alimentari occidentali che potrebbero essere utilizzate in modo più razionale ed equo». Infine Giacomello - che conosce bene le problematiche della realtà vitivinicola e frutticola del territorio - chiude con una battuta: «Prima di pensare agli insetti nel piatto bisognerebbe cercare un rimedio alla cimice scura infestante che quest'anno ha praticamente devastato i frutteti e creato molti danni anche ai vigneti».

L'ESPERTA
Il fenomeno del novel food che comprende gli insetti è valutato con prudenza e cautela anche dagli esperti in tecnologie alimentari. «Siamo di fronte a un settore - spiega la pordenonese Grazia Gabbini, vicepresidente dell'Ordine regionale dei tecnologi alimentari - che è tutto da scoprire e da sperimentare. A fronte di vantaggi teorici chiari, come l'apporto proteico degli insetti e il risparmio di Co2 nella produzione, vi dovranno essere severi controlli negli eventuali allevamenti e nell'intera filiera produttivo-commerciale. Fermo restando che vi è una barriera psicologico-culturale che non si abbatte con una norma europea».
Ultimo aggiornamento: 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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