Ideal Standard, finisce la mobilità: 160 dipendenti restano disoccupati

Giovedì 14 Settembre 2017 di Davide Lisetto
Ideal Standard, finisce la mobilità: 160 dipendenti restano disoccupati
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PORDENONE - Sono passati quasi tre anni dalla fine dell'Ideal Standard. Lo stabilimento della multinazionale statunitense con i cancelli chiusi versa ormai in uno stato di abbandono. Quella che era stata a lungo la seconda fabbrica - dopo la Zanussi di Porcia - per occupati in provincia, erede della gloriosa tradizione della produzione ceramica, sembra ormai destinata a diventare un altro esempio di archeologia industriale sul territorio. E con la fine di quest'anno finiranno anche gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e le loro famiglie. Secondo gli ultimi dati disponibili sono oltre 160 i lavoratori ancora disoccupati: 77 hanno ancora a disposizione qualche scampolo (circa tre mesi) di mobilità. Poi, il nulla.
Degli oltre 450 operai lasciati a casa in pochissimi hanno trovato un lavoro alternativo vero: in molti hanno fatto lavori a tempo determinato o svolgendo mansioni a termine. Alla fine di quest'anno anche l'ultimo gruppo di ex lavoratori termineranno la mobilità e quindi non avranno più la copertura dell'indennità. L'unica speranza che rimane è la possibilità che la società svizzera Mobiltrade Italia - che ormai da mesi, dopo lunghe trattativa con la Coopertiva Idealscala, sta dialogando con la Regione e con qualche impresa del territorio - riesca a far decollare un'attività legata al particolare materiale che ha brevettato (si tratta di una sorta di plastica utilizzabile in vari settori, dal navale all'arredo bagno) sul territorio. E proprio per questo, a fine agosto, la società ha presentato un piano alla Regione che punta anche al coinvolgimento della finanziaria pubblica Friulia. I numeri sul fronte occupazionale sono però bassissimi: si parla di meno di una decina di addetti. Nelle prossime settimane sono previsti altri incontri con la Regione. Da ciò che si è appreso difficilmente la Coop Idealscala sarà partner dell'iniziativa: più facile che lo siano piccole realtà imprenditoriali. La Coop, dopo un lungo lavoro di mediazione e di contatti, potrebbe esaurire il proprio compito. Anche perché l'attuale presidente Alberto Vendrame, a inizio estate, aveva annunciato le dimissioni per nuovi impegni professionali. A tre anni di distanza, dunque, restano solo i tantissimi disoccupati. Con un sito, secondo gli accordi doveva passare nelle mani della coopertiva, che sembra sempre più una cattedrale industriale nel deserto.
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Ultimo aggiornamento: 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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